Tutte le mie xxx

domenica 29 dicembre 2013

Sweet Pea W.i.p.



Non ci sono riuscita il Natale è passato ormai ed io avevo promesso di passare comunque a fare un saluto e mostrarvi i miei ultimi lavori.
Il tempo passa troppo velocemente e durante le festività si crea quella frenesia che, pur trovandomi sempre preparata con i regali sotto l'albero, immancabilmente mi contagia e la corsa tra un parente e l'altro si fa serrata.
Vi dicevo  dei miei ultimi lavori, non riesco mai a dire di no ad una commissione anche se arriva al mese di novembre, anche se le commissioni sono quattro ed anche se mi si chiede qualche cosa di specifico come in questo caso.



E' stata dura trovare in breve un disegno che potesse stare nelle bande di aida, ma tutto sommato  non mi lamento, mi pare che il risultato sia comunque piacevole e mi auguro che sia piaciuto anche alla persona che lo ha ricevuto.
L'altra è la Sweet Pea.


In questa foto la vedete come si presentava prima del Natale, ad oggi ho finito le gambe e le ali, ho fatto il punto scritto del corpo e delle ali ed attaccato le prime perline, l'obbiettivo è finirla entro domani e portarla ad incorniciare in mattinata.
Spero di riuscirci perchè da domeni dovrò accantonare queste cose in favore dei lavori domestici che in questi giorni, con mio marito a casa in ferie hanno trovato un po poco spazio.

sabato 21 dicembre 2013

Maglioncino lilla


E dopo avervene parlato ecco terminato (già da un po') l'unico (per ora) maglioncino di questa stagione, con una lavorazione traforata sul davanti e sulle maniche sarà il mio maglioncino per Natale.
Come al solito il disegno non è difficil e, con un pochino di esperienza lo si esegue facilmente.
Sopra lo vedete lavato, ma non stirato, sotto invece c'è lo schema del punto nel caso lo vogliate replicare.



Sono solo 17 ferri che si ripetono.
 Nella foto in basso invece me lo vedete durante la prima prova, da questa foto sembra un po' corto, ma in quel momento stavo giocando con la nostra cagnolina e quindi i movimenti me lo hanno fatto salire un pochino.
Comunque voi fatelo lungo come credete, io l'ho sagomato, ma volendo lo potreste fare anche tutto diritto.

Che ne dite? a me piacciono molto i modelli che presentano lavorazioni sulle maniche, mi pare che diano quel tocco in più; diversamente con dei bordi ed un collo a coste sembrerebbe troppo semplice.
Ora con la stessa lana ho avviato i punti per un altra maglietta, ma l'ho accantonata quasi subito dovendo dare la precedenza alla Sweet Pea.
Questo non sarà il mio ultimo post prima di Natale; infatti ho già scritto la bozza del prossimo con gli avanzamenti del ricamo.
Quindi a presto.

lunedì 16 dicembre 2013

Romagna mia di Cristina Lunardini

Avevo promesso la recensione di un libro anche se nel frattempo ne ho letti molti, è arrivato il momento di darmi una mossa anche sul blog che ormai langue da tempo.
E' passato meno di un anno da quando scrivevo quel post in cui lodavo i canali e la programmazione Sky, forse ricorderete il mio iniziale rifiuto verso ogni tipo di pay tv, che si è poi convertito in  amore a prima vista nel momento in cui ho scoperto i canali di Alice, Marco Polo e Leonardo.
Bene dopo 20 anni in cui Sky ha trasmesso questi canali ha deciso di sfrattarli a beneficio di altri canali sportivi (stendiamo un velo pietoso).
Poco male passeranno su un'altra piattaforma gratuita, quella di tvsat e sul canale 221 del digitale terrestre, non potrò più registrare quei programmi che vanno in onda di notte, ma pazienza così anche mia mamma e mia suocera potranno godere delle trasmissioni che mi piacciono tanto.
Veniamo a noi ancora una volta ho preferito il libro di una grande chef ai soliti noti libri di cucina della Clerici e della Parodi che sono veramente ovunque.
Non me ne voglia la Parodi, ma io la considero il simbolo del nepotismo italiano, con un cognome diverso non avrebbe mai ottenuto un programma di cucina.
Fallita come giornalista sarà pure simpatica, sarà che a noi piace pensare di volerle somigliare con i tacchi alti ed i braccialetti in cucina (ma come si fa ad impastare una frolla con i braccialetti), ma non sa nulla  di scienze dell'alimentazione, o delle propietà degli alimenti, delle differenze di cottura e le ricette non sono farina del suo sacco; credo  non abbia  nulla da insegnare a qualsiasi massaia italiana.
Diversamente Cristina Lunardini ha studiato, imparato e cucinato in italia ed in tutto il mondo, Insegnato negli istituti alberghieri, salvo poi tornare e specializzarsi nella cucina della tradizione.

"La cucina per me non è mai stata solo un lavoro, ma una parte molto importante della vita. Ha sempre rappresentato la condivisione di momenti importanti: regalare  del cibo cucinato con le propie mani, è forse tra i più bei gesti d'affetto."
"I buoni piatti, le cose cucinate con cura e con amore sono legati alla sfera degli affetti familiari".
I capitoli sono così divisi:
Antipasti e frivolezze con le basi per preparare le piadine e torte rustiche, consigli per ottime conserve e consigli per marinate saporite.
Zuppe e primi piatti, con le basi per preparare la pasta all'uovo, per creme, vellutate e zupp;, come preparare la salsa di pomodoro, la besciamella e consigli per il brodo di carne verdure e pesce.
Secondi piatti di carne: propietà nutritive della carne, tradizione romagnola come sceglierla e cuocerla.
Secondi piatti di pesce:, propietà nutritive,tradizione romagnola, come sceglierlo e cuocerlo.
Dolcezze: come preparare il pan di spagna, la frolla e la base per i bignè.
Oltre questi consigli che servono sempre tante ricette sfiziose, forse più particolari rispetto a quelle presentate in trasmissione lo scorso anno, ma comunque facili da riproporre.
Questi libri sono già sotto l'albero certa che chi li riceverà troverà molti spunti per i prossimi pasti in famiglia.
Dal mio ultimo post ne sono successe di cose, non annoierò nessuno con le nostre vicissitudini personali, ma prossimamente posterò un po' dei lavori arretrati, un maglioncino iniziato ad ottobre, di cui vi ho forse solo accennato ed i ricami, il grembiulino finito e la Sweet Pea di cui ho finito l'abito, il viso ed i fiori tra i capelli.


martedì 3 dicembre 2013

Sweet Pea

Questo è un periodo veramente intenso, pranzi, cene, regali, troppe cose da fare e troppo poco tempo per crocettare.
Fortunatamente un altro grembiulino è andato.


Ora me ne manca ancora uno di cui ho fatto solo il nome sulla pettorina, mancano però le tasche ed il fondo.


Mi hanno chiesto di fare dei fiori, ma la banda rimane troppo stretta e tutti gli schemi che possiedo sono troppo alti, dovrò inventarmi qualche cosa e farlo velocemente.
In tutto questo ho deciso di avviare un nuovo ricamo che diventerà un altro regalo.


Fortunatamente non dovrà essere pronto per Natale, ma comunque per la metà di gennaio dovrà essere finito ed incorniciato.


Iniziato il 29 novembre credo di essere a buon punto, la gonna è sicuramente la parte più impegnativa ed in parte è già andata, la parte mancante però non è certo da sottovalutare, anche il fiore è bello elaborato e poi ci sono un sacco di perline, ma per quelle c'è tempo.
Posterò la prossima foto quando avrò finito la gonna ed il prossimo grembiule.

giovedì 21 novembre 2013

Panzerotti filanti ai porcini di Persegani

Sembra quasi che io abbia chiamato l'inverno, il fico della mia vicina ha ormai lasciato andare quasi tutte le foglie ed il prato ne è ricoperto, il cielo è plumbeo, la pioggia cade ad intermittenza e l'umidità arriva fino alle ossa.
In verità io non volevo l'inverno e dovrei sentirmi grata per le belle giornate avute fino a poco fa, è difficile consolarmi pensando che questa è la normalità di una stagione che ha tardato ad arrivare; rintantrmi in casa con il camino acceso e la biancheria stesa in soggiorno mi manda veramente giù di morale.
In questi giorni poi gli eventi non sono stati dei più allegri quindi cerco di trovare qualche lato positivo nelle solite faccende di tutti i giorni.
Ho acquistato della farina macinata a pietra e sto sperimentando qualche ricetta, da quando seguo Alice tv ho imparato molte cose sulla qualità degli ingredienti, una delle prime cose che ho imparato è stato di eliminare i prodotti raffinati.
Vi riporto qui di seguito un link che ho condiviso anche tempo fa su fb di Sara Papa.

Il pane è un valore aggiunto alla nostra alimentazione quotidiana, la scelta deve essere indirizzata su materie prime di ottima qualità, non farine 0 e 00 ma integrali e macinate a pietra.
Il motivo perché fanno ingrassare? E’ semplice…

Per molti il pane è considerato nelle diete alimento da evitare perché ingrassa, quindi i primi che vengono eliminati, pane e pasta via….

Questo però dipende dalla qualità del pane che stiamo mangiando, in realtà ci sono dei pani che fanno ingrassare perché non sono più dei carboidrati complessi, ma si comportano come ”zuccheri”.
Sono pani che sono prodotti da farine molto raffinate e che quindi hanno perso la fibra.

La fibra serve a rallentare l’assorbimento dei carboidrati quindi del glucosio e rallenta il picco della glicemia, rallenta la produzione d’insulina e l’insulina è l’ormone che fa ingrassare.

E’ quindi la qualità delle farine che provoca il così detto ingrassamento.

Ma c’è anche da considerare gli additivi e miglioratori che vengono messi creando una tossicità che è chimica che può gravare sul fegato, questi possono nel tempo perturbare la fisiologia e rallentare il nostro metabolismo.

Dal libro: Pane, dolci e fantasia

Ne ho approfittato perchè penso che nessuno possa spiegarlo meglio di Sara Papa o di Renato Bosco,  tutti gli alimenti se sani possono essere parte della nostra dieta.

Solitamente propongo sul blog solo ricette dolci, ma dal momento che già li avete intravisti sul post precedente, quello relativo al libro di Daniele Persegani vi darò la ricetta dei panzerotti ripieni ai funghi  fatti propio con la mia farina macinata a pietra.



Per i panzerotti:
500g di farina forte (io la Petra 1)
10g di lievito di birra
1 noce di strutto,
10g di sale

Per il ripieno:
400 g di pioppini già puliti
200g di mozzarella per pizza
2 cucchiai di aceto
1 spicchio di aglio
1 ciuffo di prezzemolo
olio extravergine 
sale pepe

Per i panzertti: fare la classica fontana con la farina, unire al centro lo strutto e il lievito, versare a filo 280g di acqua e impastare. Aggiungete il sale e lavorate bene fino ad ottenere un impasto sodo ed omogeneo. Formate una palla e coprite con un canovaccio far riposare per 2 ore.

Scottare i pioppini in acqua e aceto per pochi minuti, scolateli e fateli saltare in padella con olio e aglio, salate, pepate e profumate con il prezzemolo.
Sminuzzate i funghi e fate a dadini la mozzarella.

Stendete l'impasto lievitato e con un coppapasta ricavate tanti dischetti, distribuite al centro i funghi con la mozzarellla e chiudete a mezzaluna, sigillare i bordi con i rebbi di una forchetta, infornate a 230° per 15 minuti.

Una versione estiva potrebbe essere con mozzarella, prosciutto e pomodoro.

Vi parlavo sempre nel post precedente dei miei ricami per Natale e visto che sempre di cucina si tratta ecco i primi due grembiuli.


Le parti in rosso le ho ricamate con un filo di seta e il disegno l'ho estrapolato da uno schema dei canovacci DMC, purtroppo lo spazio è più ristretto e quindi ho dovuto adeguare i disegni.




Questo invece è un vecchio schema di "Mani di fata", anche lui adeguato alla misura.


Me ne mancano ancora due ed entro Natale vorrei anche terminare un maglioncino iniziato ad ottobre, ma a cui non ho potuto dedicare molto tempo.

giovedì 14 novembre 2013

L'occasione fa lo chef di Daniele Persegani

Diventa difficile pensare al Natale quando affacciandomi sul giardino vedo i fiori ancora belli, alcuni in boccio che aspettano la fioritura.


Solo da pochi giorni si vedono i primi alberi coperti di rosso, ma già da tempo i negozzi espongono decorazioni e luminarie.



E' quindi tempo di pensare ai regali, io lo faccio sempre con molto anticipo, la questione è sempre quella ;se devo ricamare o sferruzzare qualche cosa mi ci vuole tempo, il tempo per la progettazione, tempo per reperire il materiale e  tempo per eseguire i ricami o sferruzzare.
Non tutti capiscono che un lavoro fatto a mano necessita di tempo e quindi mi ritrovo sempre al mese di novembre con qualche commissione da fare.
A parte questo sapete che odio i centri commerciali, li evito come la peste in particolare durante le festività.
Così questa mattina ho acquistato on un po' di anticipo il regalo per mia suocera.


Tutti possono diventare chef provetti con le ricette e i consigli di Daniele Persegani che, nel suo terzo libro, da libero sfogo al proprio estro presentando una serie di menu ideati e, soprattutto, testati, per tantissime occasioni diverse. Nelle proposte dello chef emiliano si riconosce sempre il tratto distintivo della sua cucina: un mix equilibrato e gustosissimo tra tradizione e innovazione dei piatti. Preparate per la prima volta un pranzo per la suocera? Sorprendetela con un antipasto a base di asparagi: semplice ma di gran effetto. Volete conquistare i vostri colleghi prima di chiedere loro un favore? Cosa può esserci di meglio che preparargli un pranzetto da consumare tutti insieme in ufficio? È inverno e voi e vostri bambini vi annoiate nei pomeriggi casalinghi? Divertitevi a preparare delle gustosissime merende casalinghe a base di ciambelle e bomboloni. Queste e tantissime idee da realizzare con l'aiuto di foto a colori per avere successo garantito in cucina e conquistare amici e parenti. In "L'occasione fa lo chef" troverete idee e menu da realizzare tutto l'anno, grazie all'attenzione di Daniele verso la stagionalità delle materie prime. Inoltre, schede di approfondimento sui singoli prodotti, consigli su come preparare la tavola o la vostra a casa a seconda della tipologia di ospiti che riceverete, rispondere a un invito, ricette extra da accompagnare alle proposte di menu.


Per chi come me segue quotidianamente Daniele Persegani su Alice e mensilmente ne acquista la rivista non troverà ricette nuove, durante l'anno sono già state presentate tutte, ma per chi appunto si fosse perso la rivista questo libro è sicuramente un regalo prezioso da tenere in cucina.
Non solo ricette invitanti, fotografate e presentate passo passo, ma anche un sacco di consigli sulla mise en place e su come gestire al meglio gli inviti.
Sono certa che mia suocera apprezzerà molto questo libro, lei che è molto brava ai fornelli e che ama sperimentare lo troverà una fonte inesauribile di idee e lo terrà sulla mensola in cucina.
Nel libro i capitoli sono così suddivisi: un menù fichissimo con ricette ai fichi, perle ai porcini (con ricette ai funghi, non solo porcini), la sostenibile leggerezza dell'essere con ricette per un pranzo tra donne, bianco Natal, che merenda, sei fritto, Pasquetta con chi vuoi, equinozio di primavera, una domenica bestiale, pausa pranzo gourmand, venerdì pesce, happy hour happy food, notte prima degli esami, con ricette adatte per degli studenti.
Prossimamente acquisterò anche "Romagna mia" di Cristina Lunardini da regalare agli zii di mio marito; non vedo l'ora di sfogliarlo.

venerdì 8 novembre 2013

Il colore del latte

Ecco un altro libro per cui avevo molte aspettative.


È la primavera del 1831 quando Mary incomincia a scrivere la sua storia. Scrive lentamente, ci vorranno quattro stagioni perché racconti tutto. Ma non importa: scrivere è diventato un bisogno primario per lei, come mangiare e dormire. Viene da una famiglia di contadini, ha quindici anni, una gamba più corta dell'altra e i capelli chiari come il latte. Conosce solo la fatica del lavoro nei campi, proprio come sua madre, suo padre e le sue sorelle. Conosce solo il linguaggio della violenza, che il padre le infligge se non lavora abbastanza. Ma ha un cervello lucido e una lingua tagliente. Un giorno il padre la allontana di casa perché il vicario vuole una ragazza che accudisca la moglie malata. Mary non vuole abbandonare l'unica vita che conosce, ma non ha scelta. E nella nuova casa imparerà a scrivere, e scrivere rende liberi anche se la libertà ha un prezzo. 

Ho letto un sacco di recensioni positivissime che dicevano "libro raro e prezioso", "dolcezza e delicatezza che appartiene solo agli animi leggiadri"; evidentemente io non l'ho capito, ho dei limiti oltre cui non posso andare.
Nel complesso il racconto è buono, ha una buona trama, buoni propositi, ma leggere il diario di una ragazza di campagna anlfabeta che usa punteggiatura, grammatica e terminologia a caso mi è stato difficilissimo.
Certo l'intento dell'autrice era propio quello di restare fedele all'analfabetismo della protagonista, ma l'intento di noi lettori di leggere un buon libro!?!
Per fortuna sono solo 160 pagine non sarei riuscita  a leggerne altre 10 scritte in quel modo.
Voi lo avete letto, cosa ne pensate?

lunedì 4 novembre 2013

Baby crocette

Questo è un periodo estremamente intenso, in particolare per quel che riguarda le crocette.
Mi sono stati commissionati una serie infinita di bavaglini che ormai faccio tutti uguali, questo è l'anno delle bimbe. 






Il Natale si avvicina, quindi prosimamente mi attenderanno ancora numerosissime crocette, anche se la mia Queen è accantonata ormai da tempo, sarà per l'anno prossimo.



mercoledì 30 ottobre 2013

L'estate in cui tutto cambiò

Che belli i tempi in cui leggevo due libri in due giorni, ora mi riesce quasi difficile finire un libro alla settimana, troppi libri così... senza nulla di particolare; libri che non mi chiamano, che non mi dicono:"leggimi, leggimi".
Finalmente in controtendenza con quanto espresso sopra ho letto un libro finito praticamente in una notte, questo romanzo era stato segnalato su un vostro blog, ho preso nota del titolo, ma perdonatemi non ricordo chi lo ha consigliato.


Maria ha undici anni, è figlia unica e vive in un mondo tutto suo. Saggia e sensibile, non si sente molto a suo agio con i grandi, in genere preferisce parlare con le cose, gli animali o le piante. È tempo di vacanze estive e la casa vittoriana sul mare, nel Dorset, che i genitori hanno affittato per qualche settimana, l'affascina moltissimo. E ancora di più la colpisce la storia che le racconta la padrona di casa, quella di Harriet, una bambina vissuta lì intorno alla metà dell'Ottocento. Maria trova alcune tracce lasciate dalla bambina: disegni di fossili in un libro e un imparaticcio ricamato quando aveva dieci anni. Però, perché tra le tante foto disseminate per la casa non ce ne sono di Harriet da adulta? Che cosa può esserle successo? Il destino di Harriet diventa così un'ossessione per Maria, sospesa fra la suggestione del luogo e gli strani segnali che percepisce (il cigolio di un'altalena, i guaiti di un cane misterioso che sente solo lei...) Ma anche il presente le riserva qualche sorpresa: conosce un ragazzino, Martin, come lei in vacanza a Lyme Regis. Insieme vivono avventure che hanno il sapore dolce ed eccitante delle prime scoperte, e come spesso accade in certe estati speciali, Maria finisce per accorgersi che qualcosa dentro di lei sta cambiando, che i suoi fantasmi stanno per lasciarla...

Sarà per l'ambientazione a me cara di Lyme Regis, sarà per quel ricamo a punto croce, unico indizio di una storia che si dipana solo alla fine che ho amato molto questo libro.
La scrittura scorrevole, la trama delicata lo rendono un romanzo assolutamente adatto anche per un pubblico di giovani lettori inoltre è inevitabile provare simpatia per Maria una bambina timida ed introversa che si esprime meglio con gli oggetti o con gli animali che con le persone. 
Pur essendo di facile lettura non è scontato e neppure banale, sicuramente ve lo consiglio.

Ho ancora diverse recensioni da proporre ed anche un po' di lavori, crocette ed un maglioncino, ma vi rimando al prossimo post.


mercoledì 23 ottobre 2013

Torta soffice limone e miele Di Cristina Lunardini

Ho scritto questo post qualche giorno fa quando fuori ancora splendeva il sole, in realtà in termini di giorni è passato pochissimo, ma la percezione è che sia trascorsa una stagione; prendetelo però così, in questo periodo devo fare le cose a singhiozzo, spero più avanti di potermi dedicare al blog ed alle mie cose con più entusiasmo.

Se c'è una cosa che amo di casa nostra è che ogni stanza ha un'uscita sul giardino, una portafinestra che da un bello sfogo sull'esterno ed in particolare la cucina è sempre esposta al sole.
E' molto piacevole in queste giornate di inizio autunno godere fino a sera del tepore del sole, della sua luce e dei colori del tramonto.
Ci passo la maggior parte del mio tempo, anche in questo momento sono seduta al tavolo della cucina con l'acqua per il brodo della sera che bolle; sono in cucina quando la pulisco, quando ricamo ed ogni volta che posso.
Innutile dire che in cucina sforno ogni mia ricetta dolci compresi, così fa anche la mia vicina, che poi tanto vicina non è perchè abita due ville più avanti, ma spesso capita di alzare il naso e sentire i profumini che l'aria gentile di questo periodo porta fino a noi.
E' capitato propio che la mia vicina mi facesse i complimenti per il profumo di questa torta, innutile dirlo presa dal numero di settembre di Alice Cucina, della solita Lunardini che mio marto non ne può più di sentir nominare; minaccia persino di non rinnovare l'abbonamento a Sky cosa che ad oggi mi dispiacerebbe tantissimo (vi ho già raccontato dei miei preconcetti verso le pay tv vero?).
Ho provato questa ricetta che prevede un accostamento a me sconosciuto, quello del miele con il limone.


200g di farina, 50g di amido di mais, 3 uova, 120g di miele, 70g di burro fuso, 2 limoni, 1/2 bustina di lievito per dolci, 1 cucchiaino di bicrbonato.

Setacciare la farina con l'amido, il bicarbonato e il lievito: Lavorare le uova con lo zucchero in modo da ottenere un composto omogeneo e spumoso, unire il burro e la farina setacciata, ammalgamare delicatamente dal basso verso l'alto.
Aggiungere la scorza grattuggiata di un limone e il succo di 2, il miele e mescolare accuratamente.
Versare nella tortiera e cuocere a 180° per 45/50 minuti.

Il contrasto tra il dolce del miele e l'acidulo dei limoni creeranno un profumo ed un sapore inaspettati.

venerdì 18 ottobre 2013

E l'eco rispose

Molti anni fa scoprii per caso in biblioteca "Il cacciatore di aquiloni", all'inizio quel libro non fu molto pubblicizzato, ma il passaparola dei lettori riuscì in breve tempo a mandarlo in cima alle classifiche dei romanzi più letti.
Successivamente conobbe la popolarità tanto che ne fecero anche un film, io sono stata tra le forunate lettrici che spinta dall'entusiasmo lo consigliarono, lo regalarono e corsero subito ad acquistare il secondo libro di Khaled Husseini(io lo presi dalla biblioteca, ma successe quasi subito rispetto alla sua pubblicazione) "mille splendidi soli".
Sulla scia di questi romanzi ne lessi tantissimi ambientati nel medio oriente, ci fu propio un periodo in cui cercavo ogni libro che avesse l'Afghanistan come scenario.
Ovvio che aspettavo di leggere questo terzo romanzo ed ora a prestarmelo è stato mio zio Gianni, il quale è una fonte inesauribile di prestiti librari; purtroppo però questo libro non ha risosso lo stesso successo dei due precedenti.


 Sulla strada che dal piccolo villaggio di Shadbagh porta a Kabul, viaggiano un padre e due bambini. Sono a piedi e il loro unico mezzo di trasporto è un carretto rosso, su cui Sabur, il padre, ha caricato la figlia di tre anni, Pari. Sabur ha cercato in molti modi di rimandare a casa il figlio, Abdullah, senza riuscirci. Il legame tra i due fratelli è troppo forte perché il ragazzino si lasci scoraggiare. Ha deciso che li accompagnerà a Kabul e niente potrà fargli cambiare idea, anche perché c'è qualcosa che lo turba in quel viaggio, qualcosa di non detto e di vagamente minaccioso di cui non sa darsi ragione. Ciò che avviene al loro arrivo è una lacerazione che segnerà le loro vite per sempre. Attraverso generazioni e continenti, in un percorso che ci porta da Kabul a Parigi, da San Francisco all'isola greca di Tinos, Khaled Hosseini esplora con grande profondità i molti modi in cui le persone amano, si feriscono, si tradiscono e si sacrificano l'una per l'altra. 

Certo il modo di scrivere "da mille e una notte" rimane, ma le troppe storie, i troppi personaggi, i cambi temporali non sono ben ammalgamati tra loro, per fare un paragone culinario direi che è come quando si fanno le crespelle  l'impasto non è tutto vellutato e presenta dei grumi di farina; certo rimarranno buone da mangiare, ma c'è quel senso di fastidio al palato.
Peccato perchè la trama è commovente, la scrittura è fluida, ma terminarlo non mi ha lascito quel senso di appagamento a cui mi aveva abituata.
Voi lo avete letto? cosa ne pensate?
 

sabato 12 ottobre 2013

Torta caprese di Cristina Lunardini

Evidentemente l'età avanza e l'halzeimer galoppa, non solo ho dovuto disfare e rifare più volte una parte della tovaglia che sto ricamando, ma quando ho pubblicato l'ultimo post ho inavvertitamente cancellato quello precedente; quello con la ricetta della torta di mele.
Mi dispiace perchè guardando le statistiche del blog ha riscosso un notevole successo, mi dispiace anche perchè mi era piaciuta molto e perchè vi parlavo della rubrica salutista su Alice cucina; confido nel fatto che lo abbiate già letto e preso nota della ricetta e degli appunti che vi avevo scritto, nel caso però non abbiate preso nota e foste interessate a farla vi basterà chiedere e vi ridarò tutto quanto.
Cercherò di farmi perdonare postando un'altra bella ricetta presente sul giornale di settembre.


Ormai lo sapete Cristina Lunardini, Daniele Persegani e tutti gli chef di Alice sono un'inesauribile fonte di ispirazione non solo per quanto riguarda i dolci, ma per tutte le ricette in generale; ultimamente registro sempre con MySky il nuovo programma "Pan per focaccia" con Renato Bosco e Valeria Monetti e sto imparando moltissimo su farine e processi di lievitazione, ma ci sarà tempo per parlarne più avanti.
Vi dicevo appunto che si tratta di una ricetta di Alice Cucina del mese di settembre, dove Cristina Lunardini propone una serie di torte e biscotti ideali per la colazione e la merenda.
Settembre è il mese in cui i bambini ricominciano la scuola e gli adulti ritornano ai vecchi orari ed abitudini, quindi eccoci presentate una torta caprese, dei frollini profumati agli agrumi, dei biscotti doppia panna, una torta soffice al limone e miele, delle tortine di carote (di cui ho già postato la ricetta sotto forma di torta); quella che vedete sopra è la "Torta caprese".

5 uova, 220g di cioccolato fondente al 60%, 220g di mandorle tritate, 180g di burro, 160g di zucchero, 30g di maizena, 40g di cacao amaro, zucchero a velo per spolverare.

Far sciogliere a bagnomaria il cioccolato con il burro, lavorare i tuorli con 80 g di zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
Unire il cacao, le mandorle tritate, il cioccolato ed il burro fusi; ammalgamare accuratamente e aggiungere la maizena setacciata. Montare a neve gli albumi con il restante zucchero, incorporarli al composto con movimenti dal basso verso l'alto.
Versare il composto in una tortiera far cuocere a 170° per 30/35 minuti.
Sfornate lasiate raffreddare e spolverizzate con lo zucchero a velo.

Il successo di questa ricetta è assicurato, tanto che è piaciuta molto anche a mio marito che non ama particolarmente i dolci, ve la consiglio anche perchè è molto semplice e le mandorle potete tritarle più fini e più grossolanamente a seconda del vostro gusto.

giovedì 10 ottobre 2013

La porta del paradiso

Tempo fa su facebook ho letto la recensione positivissima di questo libro, ammetto che anch'io non conoscevo lo scrittore e che forse se ho visto in qualche libreria questo titolo l'ho snobbato.
Chissà perchè ci pare che un cognome straniero faccia già metà di un successo letterario, in questo caso però, devo propio ammettere che Alfredo Colitto non solo conosce molto bene l'italiano (cosa ormai rara anche negli scrittori), ma ci racconta una storia che nulla ha da invidiare a "I pilastri della terra" di Follet e "La cattedrale del mare" di Falcones.


Mentre in Europa infuria la guerra dei Trent'anni, a Napoli il giovane nobile Leone Baiamonte scopre che la sua famiglia è stata rovinata da un perfido usuraio. Si assume il compito di risollevarne le sorti, ma macchiatosi di una grave colpa è costretto a lasciare la futura sposa Lisa e imbarcarsi su un galeone spagnolo diretto in Messico. Qui uno zio missionario ha scoperto una preziosa miniera d'argento e, pur inesperto, Leone ha accettato il suo invito a farsene carico, confidando così di poter dare sostegno alla sua famiglia e serbando in cuore la segreta speranza di riabbracciare Lisa. Ma nel Nuovo Mondo l'odio della bella e potente Socorro, l'amore per un'indigena dagli occhi profondi e gli intrighi della Chiesa interferiranno con i suoi progetti, rendendo l'impresa molto ardua.

Una prosa scorrevole, una storia che avvince e dei personaggi che entrano subito nel cuore, sono ingredienti per un romanzo perfetto che vi consiglio.
Finalmente un bel romanzo ed una bella scoperta.

Forte di questa esperienza ho chiesto altri titoli alla persona che lo aveva consigliato, ho preso nota e li ho inseriti  nella prossima turnata di libri da richiedere alla biblioteca; evviva finalmente qualche soddisfazione letteraria!

giovedì 3 ottobre 2013

Il segreto della libreria sempre aperta

Siccome "non c'è due senza tre" per concludere questo mese di settembre da dimenticare mio papà ha deciso di cadere dal pergolato, per fortuna ha riportato solo una ferita alla gamba; nulla di più e gli è andata bene visto che il pergolato in questione è alto 4 metri.
Ora la dinamica è stata questa: è salito per potare il glicine, ha appoggiato un ripiano di legno, quello del trabattello tra un graticcio di ferro e l'altro, uno di questi ferri si è rotto e lui è caduto, fortunatamente ha una prontezza di riflessi invidiabile ed è riuscito ad aggrapparsi con le mani ad un altro ferro, mio fratello gli ha sistemato la scala ed è riuscito a scendere senza ulteriori problemi; certo lo spavento è stato tanto e la ferita è comunque bella grossa, ma non necessita di punti di sutura, quindi nel complesso gli è andata bene.
E siccome "chi ben comincia è a  metà dell'opera" il mese di ottobre è cominciato con un piccolo incidente in macchina da parte di mio marito, anche questa volta è andata bene sia a lui che alla macchina, praticamente uscendo dal parcheggio avendo la visuale coperta ha uratao una macchina che anch'essa stava uscendo, le due macchine si sono solo appoggiate l'una all'altra.
Spero solo che questo periodo finisca presto perchè non se ne può più.
Solo il giardino sembra passare un momento di grazia, finalmente dopo il secco e la calura della scorsa estate sta rivivendo una seconda primavera, la dalia che non era riuscita a fiorire durante i mesi di luglio e agosto ha emesso i primi boccioli che si stanno aprendo, il prato non ha più l'aspetto gialliccio e desolante di prima, ma il verde brillante è ovunque, i crocchi autunnali cominciano a fiorire e se il tempo resiste spero di avere tra crocchi e nerine fiori fino alla metà di novembre.


In tutto ciò il mio blog ha subito una brusca frenata, sono secoli che non recensisco un libro e dopo averci pensato molto ho deciso che questo dovevo assolutamente sconsigliarlo, si ho scritto bene sconsigliarlo ed invitarvi ad usare tempo e danaro in modo diverso.
E' propio vero la pubblicità è l'anima del commercio e anche questo volume è stato ben presentato, ne hanno fatto un booktrailer e persino un sito con giochi ed approfondimenti vari, ma propio non lo si può leggere.


La crisi ha centrifugato Clay Jannon fuori dalla sua vita di rampante web designer di San Francisco, e la sua innata curiosità, la sua abilità ad arrampicarsi come una scimmia su per le scale, nonché una fortuita coincidenza l'hanno fatto atterrare sulla soglia di una strana libreria, dove viene immediatamente assunto per il turno... di notte. Ma dopo pochi giorni di lavoro, Clay si rende conto che la libreria è assai più bizzarra di quanto non gli fosse sembrato all'inizio. I clienti sono pochi, ma tornano in continuazione e soprattutto non comprano mai nulla: si limitano a consultare e prendere in prestito antichi volumi collocati su scaffali quasi irraggiungibili. È evidente che il negozio è solo una copertura per qualche attività misteriosa... Clay si butta a capofitto nell'analisi degli strani comportamenti degli avventori e coinvolge in questa ricerca tutti i suoi amici più o meno nerd, più o meno di successo, fra cui una bellissima ragazza, geniaccio di Google... E quando alla fine si decide a confidarsi con il proprietario della libreria, il signor Penumbra, scoprirà che il mistero va ben oltre i confini angusti del negozio in cui lavora... Fra codici misteriosi, società segrete, pergamene antiche e motori di ricerca, Robin Sloan ha cesellato un romanzo d'amore e d'avventura sui libri che lancia una sfida alla nostra curiosità, al nostro desiderio di un'esperienza nuova ed elettrizzante. Un viaggio in quell'universo magico che è una libreria. 

Noioso, noioso, noioso da morire, l'ho già detto che è noioso?
Una storia banale, un segreto che non esiste, personaggi privi di spessore e di verve, semplici comparse di un romanzo inconsistente; sarò forse eccessivamente severa (a me non pare), ma mi sono propio stancata di questi romanzi inutili.

mercoledì 18 settembre 2013

Torta di carote

Vi dicevo che normalmente amo questo periodo, settembre ci regala giornate ancora soleggiate e calde, ma la mattina, quando mi alzo per andare a correre l'aria è decisamente più frizzante.
Per fortuna mi sono attrezzata per tempo, ho acquistato due magliette di quelle con quei colori accesi ed un po' felpatine in modo da poter cambiare percorso serenamente, senza preoccuparmi troppo di essere su di una strada asfaltata anzichè in campagna; perchè ora con le piogge dei giorni scorsi e la rugiada notturna certe strade sono impraticabili.
Anche la sera le abitudini sono cambiate, le portefinestre del soggiorno che danno sul giardino vengono chiuse già nel pomeriggio; diverse settimane fa ho dato il via alla produzione di calze invernali.
Purtroppo questo periodo è caratterizzato anche da cose spiacevoli, la scorsa settimana durante la notte mio marito ha cominciato ad avere dolori lancinanti e dalle due è riuscito a tirare fino alle cinque prima di chiamare la guardia medica, era una colica renale dovuta ad un calcolo che si è mosso.
Insomma un periodo abbastanza di cacca, che cerco in qualche modo di addolcirmi, per la mattina mi sto preparando delle torte, mi sono stancata della mia solita colazione, così prendendo spunto dal solito fedele "Alice cucina" mi sono fatta ispirare dai dolci di Cristina Lunardini.
Ho preparato una torta con la ricetta delle "tortine alle carote" di pag 81.



200 g di carote pelate, 180 g di zucchero, 2 uova, 80 g di olio di semi di mais, 100 g di latte, 250 g di farina 00, 50 g di fecola, 50 g di farina di mandorle, 1 bustina di lievito, 50 g di mandorle a lamelle, zucchero a velo.

Setacciare la farina, la fecola, il lievito. Grattuggiare le carote, lasciarle scolare. Con le fruste elettriche lavorare le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.
Unire al composto l'olio, la farina di mandorle, la farina, la fecola, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto, aggiungere il latte e le carote.
Decorare con le mandorle a lamelle (io non le ho messe) infornare a 180° x 30 minuti c.a, a 170° x 20 nel caso vogliate fare le tortine e spolverizzare di zucchero a velo.


lunedì 9 settembre 2013

Royal Holiday

Quello appena trascorso è propio un brutto periodo, avrebbe dovuto essere bello, io e Marco abbiamo festeggiato il nostro primo anniversario di matrimonio, lui ha fatto una settimana di ferie,  i miei genitori che da due anni non andavano in vacanza, si sono presi una settimana e ieri era il compleanno della nonna che per i suoi 86 anni ha deciso di portare tutti al ristorante.
Purtroppo nonostante tutti questi buoni propositi c'è stato un fatto che ha ribaltato tutto, è morto il mio cagnolino.
Quando mi sono sposata non ho neppure pensato di poterlo portare da noi,  troppo attaccato a mio fratello non potevo toglierlo alla mia famiglia, ma io ero tranquilla sapendolo amato ed al sicuro, ora è come se mancasse un componente importante della famiglia; chi non ha mai avuto un animale in casa non può capire come ci si possa sentire.
In tutto questo devo dire che come in ogni brutto periodo il ricamo mi sta aiutando, potrei chiamarla la regina del pianto perchè mi ha dato una scusa per isolarmi e piangere quando ne avevo bisogno.


Iniziata nel mese d'agosto avrei voluto finire il cero prima di mosrarvelo, ma avendo la macchina fotografica a portata di mano ne ho approfittato.


Da questa immagine potete vedere ciò che mi resta della parte superiore.
E' appena iniziata e pur vedendosi poco di quello che sarà già mi piace, spero di procedere speditamente e chi lo sa magari riuscirò a vederla appesa per Natale, ma forse fantastico troppo. 
Prossimamente mi hanno detto di dover ricamare altri bavaglini, ma a dire la verità non è che ne abbia molta voglia, certo questi lavori sono lunghi, alcuni punti un po' noiosi per via delle tante sfumature di un solo colore, ma danno una soddisfazione infinita.

lunedì 26 agosto 2013

Il pane quotidiano

Il clima si è rinfrescato a causa di qualche breve temporale sulla nostra zona, l'altra sera ho avviato i punti per una nuova calza, il primo paio per la nuova stagione, starsene fuori sulla sdraio a knittare è veramente piacevole se non arrivano le zanzare, fino ad una certa ora pare di essere in paradiso; sensazione che solo qualche settimana fa ci saremmo sognati.
Complice quest'aria freschina che si respiara la mattina e la sera io e la zia di mio marito ci siamo messe d'impegno, ogni mattina facciamo qualche km di corsa; pochi e lentamente, ma piano piano ci stiamo facendo il fiato.
Le gambe non ci danno problemi, siamo entrambe abituate a camminare, ma il fiato è la nota dolente, confidiamo però, nel giro di qualche settimana di vedere il nostro allenamento diventare più serio; purtroppo con l'inizio del prossimo mese lei dovrà tornare al lavoro e quindi sposteremo l'allenamento dalla mattina alla sera.
I miglioramenti già si vedono, almeno sul nostro umore e sull'energia che poi impieghiamo nei lavori domestici.
Un clima così mite dovrebbe esserci tutto l'anno, dopo un giugno con il piumone ed un luglio e agosto che ci hanno fatto morire di caldo non è che venga voglia di cimentarsi con nuove tecniche.
Anche riprendere quelle di sempre quando le mani sudano non è il massimo, nonostante ciò mi sono però cimentata con la panificazione e devo dire con risultati sorprendenti.


Ho sempre guardato coloro che facevano il pane in casa con una certa ammirazione pensavo però che per avere del pane di qualità fosse necessario avere una tecnica avanzata ed un forno a legna, in realtà fare il pane casalingo è di una semplicità imbarazzante (almeno al mio livello).
Quando non uso la ricetta della cara Lolle http://lamagiadiunpiccoloorto.blogspot.it/2013/03/pane-e-viole.html uso le farine Molino Spadoni che vi consiglio vivamente se volete avere un pane di qualità senza aspettare tutto quel tempo per la lievitazione.
Sono mesi ormai che produco pane integrale, pane bianco e uso farine di tutti i tipi, ormai la mia dispensa ne è piena e non posso farne a meno.
Mio marito ha apprezzato molto non solo il sapore e la consistenza, ma anche il profumo che riempie la casa, in commercio proliferano i profumatori per l'ambiente, ma fidatevi non c'è odore più buono di quello del pane appena sfornato.
Il prossimo step sarà quello di produrre la pasta madre, è da tanto che ci penso, ma essendo un processo un po' lungo e laborioso mi sono sempre fermata, non ho neppure qualcuno che mi possa far vedere come si fa, è un altro deterrente, ma a questo punto non posso più tirarmi indietro.
Voi avete mai fatto il pane? come vi organizzate, ne fate ogni giorno oppure ne fate in grandi quantità per poi congelarlo?
Mi raccomando se avete qualche buon consiglio per produrre la pasta madre sono tutta orecchi.


lunedì 19 agosto 2013

L'ombra del silenzio

In questi giorni tutti sembrano essere andati da qualche parte, chi al mare, chi in montagna; noi ce la siamo goduta al mese di luglio e quindi non ci resta che aspettare... cosa... il Natale?
No dai, anche se mio marito lavora tutta settimana fino a tardi sabati compresi, ha avuto la reperibilità a ferragosto e pure di domenica, ci siamo concessi una bella grigliata in compagnia, certo non abbiamo potuto muoverci, ma pazienza, che ci si può fare?
Così  per rendere meno pesante la calura agostana non c'è nulla di meglio di un buon libro, non potevo certo farmi scappare l'ultimo romanzo di Kate Morton, che sapete ormai da diversi anni è una delle mie scrittrici preferite e pur con gli stessi ingredienti riesce ogni volta a regalarci un romanzo originale e mai banale.


1961. È una splendida giornata d'estate e la famiglia della sedicenne Laurel è in partenza per un picnic sulle rive del fiume che scorre vicino alla sua fattoria, nel Suffolk. Mentre tutti sono indaffarati nei preparativi, la ragazza si rifugia nella casa sull'albero della sua infanzia, e inizia a sognare. Sogna di Billy, il ragazzo che le fa battere il cuore, e di trasferirsi a Londra, dove è sicura che la aspetti un futuro straordinario. Ma prima che il sole tramonti su quel pomeriggio idilliaco Laurel assiste, non vista, a un crimine terribile. Un segreto che custodirà per anni e anni. 2011. Come aveva spesso fantasticato, Laurel è diventata un'attrice famosa e amatissima. Nemmeno il successo, però, ha potuto dissipare le ombre lunghe di quel passato lontano. Ossessionata dagli oscuri ricordi di ciò che accadde cinquant'anni prima, Laurel ritorna alla casa nel Suffolk per ricomporre i frammenti di una storia rimasta sepolta troppo tempo. La storia di un uomo e due donne, cominciata per caso nella Londra semidistrutta dalle bombe della Seconda guerra mondiale. Una storia di passioni fatali che segnerà tragicamente i destini di quei tre giovani tanto diversi eppure uniti da un indicibile mistero. Quello che solo Laurel, testimone innocente di un delitto nell'estate della sua adolescenza, è in grado di svelare. 

E' difficile trovare una definizione ai romanzi della Morton, narrativa gotica, romanzo sentimentale, romanzo storico, la verità è che sono un po' l'uno, un po' l'altro e l'altro pure.
Scritto in terza persona si sviluppa principalmente su tre diversi piani temporali e tre sono anche le rotagoniste.
Una storia avvolta nel mistero, che la Morton ci fa vivere come in un film dove lei è la regista che cela a noi spettatori gli indizzi per risolvere l'enigma.
 






venerdì 9 agosto 2013

Crocette a volontà

Finalmente dopo il caldo e l'afa di queste ultime settimane sono arrivati i tanto temuti temporali, che qui a dire il vero si sono trasformati in una misera pioggerellina che a malaapena ha annaffiato il giardino; certo ora con questa frescura è un altro vivere e mi sono data a tutte quelle faccende domestiche che il caldo aveva rallentato.
Ho passato le vetrinette della cucina, fatto scorta di pasta all'uovo, fatto scorta di pane casereccio ed oggi paradossalmente ho fatto due bucati, certo il sole non è caldo, ma questo venticello sicuramente mi permetterà di far asciugare le lenzuola.
Nonostante il caldo però, le settimane scorse sono state molto produttive, ho crocettato come non mi capitava da molto ormai ed ho finito il canovaccio che vedete qui sotto.


A me piace moltissimo questo disegno, era da tempo che desideravo ricamarlo, ma da un sacco non facevo un canovaccio con le mucchine, ed ora eccolo finalmente.


 Questo è anche l'anno delle femminucce e quindi ecco un altro fiocco nascita...


 ... e due bavaglini ricamati sulla falsa riga dei precedenti, ho solo cambiato i colori per meglio adattarli al rosa dei bavaglini.


Ho tanti progetti per i prossimi mesi e piano piano li mostrerò tutti.

domenica 4 agosto 2013

Crema fredda al limoncello

La scorsa settimana abbiamo avuto degli amici a pranzo, il caldo era insopportabile propio come i bollettini meteo avevano previsto.
Sarebbe stata una giornata da prosciutto e melone, ma avevamo già in programma una bella grigliata ed il mio fantastico maritino ha portato in tavola (dopo aver perso almeno due o tre kg di liquidi) costine, spidini, salamelle ed un po' di verdura; così a me è rimasta la preparazione del dessert.
Ancora una volta mi sono fatta ispirare dalla rivista Alice Cucina e ancora una volta la ricetta che ho preferito realizzare è di Daniele Persegani.
Ormai mio marito è stanco di sentirlo nominare, lo stesso vale per la Lunardini, quasi ogni giorno porto in tavola una loro ricetta (certo con le dovute modifiche in base ai nostri gusti ed a quello che ho al momento).



Il giornale suggeriva di presentare questa crema nel bicchierini da liquore, io ho preferito aumentare le dosi e servirli nei barattoli (piccoli) della marmellata, ma la prossima volta seguirò il consiglio e le dosi anzichè tenerle buone per 4 le terrò per 6 persone.
Il dolce era buono, ma considerato anche il caldo la dose era sicuramente eccessiva.

Ecco la ricetta per 4/6 persone:

3 limoni, 3 uova, 2 tuorli, 250g di zucchero, 100g di burro, 30g di fecola (o maizena), 1/2 bacca di vaniglia, limoncello

Lavare i limoni e asciugarli, grattugiate la scorza e spremete il succo. Stemperate la fecola nel succo. Fate fondere il burro a bagnomaria con lo zucchero e aggiungere il succo con la fecola, la polpa della bacca di vaniglia e le uova precedentemente sbattute.
Fate cuocere su fiamma dolce mescolando continuamente fino ad ottenere una crema densa e vellutata.
Versarla nei bicchierini riempiti fino ai 3/4, trasferire in frigorifero e far rassodare per almeno 3/4 ore (io l'ho fatto il giorno prima così la mattina ho potuto dedicarmi a ripassare casa).
Prima di servirli riempire i bicchierini con il limoncello ghiacciato.

martedì 30 luglio 2013

L'ispettore Barnaby

Il mio blog è nato ormai diversi anni fa per condividere la mia passione per il punto croce e le arti manuali in genere, con il tempo si è sviluppato modificando ed ampliando i contenuti.
Il primo blog su splinder è andato perso e da quando ho cominciato quello attuale ho sicuramente diradato i post inerenti ai miei ricami, di fatto negli scorsi anni sono stata molto impegnata con i preparativi della casa e del matrimonio ed alcune di voi sanno bene quanto tempo e dedizione richieda un ricamo.
Nell'ultimo periodo l'ago ha ripreso a pieno ritmo la sua attività ed in paese si è già sparsa la voce dei miei lavori, così dopo i bavaglini di cui già vi parlavo ecco finito anche un fiocco nascita.


Alcune vicine mi hanno già anticipato di avere diverse cose da darmi e nel frattempo ho da terminare un canovaccio e la famosa tovaglia a cui praticamente non ho più lavorato, quindi mi metterò d'impegno e cercherò prossimamente di finire tutto in modo da avere un po' di roba da mostrarvi.

Nel frattempo però vi lascio le recensioni dei libri letti durante il nostro soggiorno a Corfù, si tratta di due bei gialli della serie dell'Ispettore Barnaby, che vi consiglio vivamente di portare sotto l'ombrellone.
Qualche anno fa la biblioteca riuscì a procurarmi "Ragnatele d'inganni" primo libro della serie, purtroppo gli anni sono passati senza che riuscissero a procurarmi gli altri due tradotti in italiano.
Devono tradurne altri tre, ma ormai temo non lo facciano perchè queste edizioni risalgono al 2001, chissà poi perchè, conosco molte persone che amano la serie televisiva ed i romanzi meritano tantissimo.

La quiete di Ferne Basset viene rotta da una serie di eventi misteriosi: tutto comincia quando Ann Lawrence, moglie dell'ex vicario, accusa Carlotta, una delle giovani con un passato difficile alle spalle di cui si è preso carico il marito, di averle rubato un paio di orecchini. Carlotta, sconvolta, fugge inseguita da Ann. Arrivate sul ponte del villaggio, la discussione degenera e Carlotta cade nel fiume. Alla scena assiste Charlie Leathers che, avendo udito la ragazza gridare: "Non spingere!" decide di ricattare Ann chiedendole dei soldi. Tuttavia, il giorno successivo al pagamento dell'estorsione, l'ispettore Barnaby - che si sta preparando a festeggiare le nozze d'argento - viene messo al corrente che Charlie è stato strangolato e il suo cane, Candy, picchiato a morte. Frattanto Ann riceve un'altra lettera ricattatoria: questa volta decide di non pagare. Ma mentre si reca in banca a restituire i soldi, viene scippata e ridotta in fin di vita. Per scoprire chi ha ucciso Charlie, che cos'è successo a Carlotta e chi ha aggredito Ann, Barnaby e la sua squadra dovranno scavare a fondo in tutti i misteriosi segreti del villaggio. Dove i rapporti tra gli abitanti non sono quelli che sembrano e tutti paiono voler nascondere qualcosa. 


Mentre assiste a una messa in scena amatoriale di "Amadeus", in cui recita sua moglie Joyce, l'ispettore capo Barnaby è testimone dell'orribile morte di uno degli attori sul palco: al rasoio con cui il suo personaggio si deve sgozzare è stato tolto il nastro adesivo che proteggeva la lama. Investigando sull'inquietante delitto, Barnaby porta alla luce le passioni oscure e i risentimenti che si annidano dietro l'apparente giovialità dei membri della compagnia filodrammatica. Pare proprio che fossero in molti ad avere un movente per compiere il crimine, a partire dall'esacerbata ex moglie della vittima per arrivare ad amanti segrete e colleghi gelosi. Caroline Graham, lei stessa ex attrice, restituisce in questo libro un ritratto garbatamente spietato del sottomondo del teatro di provincia.

L'autrice mette in evidenza il carattere e le dinamiche tra i personaggi, tanto che l'omicidio ha quasi un ruolo marginale.
Addirittura nel secondo romanzo l'assassinio non viene compiuto fino alla metà del racconto, così che il lettore avrà un doppio compito, capire chi sarà appunto l'omicida e di capire chi verrà assassinato.
Le atmosfere sono quelle cupe dei villaggi inglesi che non si discostano da quelle della serie televisiva ed anche i personaggi sono molto simili seppur con qualche piccola differenza.

domenica 21 luglio 2013

Un dolce segreto di primavera

Lo avevo previsto non sono riuscita ad aggiornare il blog prima della partenza, purtroppo ci sono sempre un sacco di cose da fare ed il blog ne risente, avevo pronto questo post già da tempo, ma alla fine non sono riuscita a rileggerlo prima di oggi, così ecco la recensione di una lettura pre vacanziera.


È stata una di quelle giornate. Il turno in ospedale all'alba, quattro bambini urlanti che litigano per il computer, un marito latitante ancora in ufficio, la cena da preparare. E fra mezz'ora Eva deve essere al ristorante Le Jardin, dalle sue "amiche del martedì", per il loro imperdibile appuntamento mensile. In sedici anni ne hanno passate di tutti i colori: l'irrequieta Kiki è diventata una neomamma disoccupata; l'angelica Judith, infelicemente single, ha iniziato a lavorare come cameriera; l'imperturbabile Caroline, separata dal marito, è un avvocato sempre più richiesto e l'impeccabile Estelle farebbe di tutto pur di entrare nel suo nuovo completo di Chanel per il gran gala del circolo di golf. La consueta gita annuale è ormai alle porte: una settimana di "ritiro spirituale" al castello di Achenkirch. Sette giorni senza telefono, senza internet, senza mariti, senza beghe familiari, senza impegni lavorativi e senza cibo. Digiuno e astinenza, disciplina e sacrifici, che mettono le inseparabili amiche di fronte a nuove, profonde incomprensioni. La sfida più grande, però, tocca a Eva, intenzionata a trovare in quel luogo sperduto la risposta che cerca da una vita: chi è il suo vero padre? 

Forse ricorderete che della stessa autrice avevo già recensito "La quinta costellazione del cuore", questo romanzo presenta gli stessi personaggi, è praticamente un seguito del precedente anche se la vicenda è autoconclusiva.
Per la verità questo libro non mi ha entusiasmata, ripetitive senza nulla aggiungere a quanto scritto in precedenza sono le descrizioni dei personaggi, pieno di stereotipi... "la supermamma", "La gran dama", "l'avvocato", vengono usati troppo spesso al posto del nome propio di persona e la cosa mi ha infastidita parecchio. 
Si lo stile è fluido, bella la trama, ma anche questo romanzo  dalla bella copertina non mi ha conquistata, voi che ne dite, lo avete letto? se vi capiterà di portarlo con voi in spiaggia fatemi sapere che ne pensate.
Prossimamente ho un po' di crocette da mostrarvi, anche queste con il dovuto ritardo, altri 3 libri e poi qualche immagine dalla spiaggia; posso farcela? Certo il caldo non aiuta.
Alla prossima allora e fatemi sapere cosa porterete sotto l'ombrellone.

mercoledì 3 luglio 2013

Because we can

Ok non so bene da dove cominciare questo post che probabilmente sarà anche l'ultimo prima di partire per il mare; così mi limiterò a scrivere e vedremo  dove le parole mi porteranno.
Sabato scorso è stata la gran serata del concerto dei Bon Jovi, il gruppo rock che seguo da sempre e Jon Bon Jovi è l' uomo dei miei sogni da tutta la vita.
Definirla una serata emozionante è dir poco,  lo stadio di S. Siro era pieno non solo di persone, ma anche di energia, i 30 anni di carriera, i 51 anni sulle spalle del leader e la mancanza di Richie Sambora non si sono propio sentite, più di tre ore di concerto ed oggi come ieri la musica della band del New Jersy  trascina, esalta ed emoziona.


Gli ingredienti sono quelli di sempre, ritornelli orecchiabili ed una serata che parte subito alla grande con un brano tratto dal nuovo album "That's what the water made me",  per proseguire con una sfilza di classici "You give love a bad name", "born to be my baby"  e "Raise your hands" , un tris d'assi che ha infiammato lo stadio.
Tutti cantavano, saltavano alzando le braccia al cielo, anche mio marito che non è un fan come lo sono io e non conosce tutte le canzoni si è lasciato trascinare dall'entusiasmo e la mattina dopo cantava solo soletto in soggiorno e convinto che io non lo sentissi "Livin'on a prayer"; altro brano storico.


Le foto che vedete le ha scattate lui ed ammetto che è stato propio bravo perchè tra la confusione, Jon che si muoveva per tutto il tempo e gli effetti speciali sul palco è stato veramente difficile mettere a fuoco e scattare.
Noi ci trovavamo nel golden circle, subito dietro al diemond più vicino al palco, però nel mezzo c'era una passerella su cui Jon è venuto a cantare "Bad medicine" e qui il delirio... noi eravamo ad un metro da lui ed il sogno della mia vita si è avverato, gente è bellissimo!!!


Il top della serata è stato però il momento della coreografia.
Arrivati nel nostro settore ci hanno consegnato dei foglietti con le istruzioni e delle bandierine dell'italia da aprire e alzare al momento in cui Jon avrebbe presentato il pezzo che dà il titolo al tour "Because we can".
Al primo anello hanno creato la bandiera americana, ed al secondo e terzo la scritta "Bon  Jovi four ever", al centro della curva uno striscione enorme che riportava le date storiche a cui hanno partecipato con i concerti, per citarne alcune, il crollo del muro di Berlino, l'addio a Madre Teresa, l'insediamento di Obama; per concludere con 2013 "Because we can".
Ha iniziato il pezzo ma ad un certo punto ha fatto segno alla band di interrompere, si è commosso e per riprendersi gli ci è voluto qualche minuto, ha ricominciato il brano da capo ed alla fine ha ringraziato.
Una serata che porterà sempre nel cuore e noi con lui, non dimenticheremo mai i brani che non erano in scaletta, ma che hanno fatto per ringraziare il loro pubblico.
La stessa coreografia si è ripresentata con "Wanted dead or alive" con uno stadio illuminato a giorno; insomma noi italiani abbiamo molti, anzi moltissimi difetti, ma in quanto a calore ne abbiamo da vendere.
Non mi dilungherò con la scaletta dei brani, posso solo invitarvi a venire a vederli la prossima volta che saranno in Italia (pensateci con largo anticipo perchè i biglietti vanno a ruba).