Tutte le mie xxx

lunedì 25 febbraio 2013

W.I.P. Spring little fae

Non ne posso più, qui da noi o nevica o piove o comunque il tempo fa schifo.
Ho un sacco da fare, dovrei lavare il copriletto ed i teli del divano, le lenzuola ed i pavimenti, è vero che qualche settimana fa avevo approfittato di quelle giornate calde e quasi primaverili per fare tutte queste cose, ma i giorni passano e con una cagnolina (seppur linda) in casa urge il bis.
Purtroppo se fuori nevica mi viene difficile lavare queste cose grandi che faticano a stare stese sullo stendino davanti al camino, dovrei andare anche in posta per delle commissioni, ma non mi muovo, spero solo che tutto questo finisca presto e che la primavera si decida a cominciare.
In questi giorni ho anche ricamato poco ecco l'unico avanzamento nella mia Spring Little Fae

 

In questi giorni ci siamo anche fermati a programmare un pochino i mesi futuri; i lavori da fare in  giardino, i soldi da spenderci ed anche a cominciare a programmare qualche gita fuori porta.
Siamo stati fortunati e tra Natale ed il matrimonio abbiamo collezionato la bellezza di 3 Smart Box,  una delle città che pensavamo di rivisitare è Mantova e propio questa mattina Laura ha condiviso su fb questo articolo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/23/mantova-supermercato-accanto-a-palazzo-te-a-rischio-riconoscimento-unesco/510233/.
Insomma ci vuole impegno per distruggere un patrimonio artistico come Mantova, ma noi Italiani riusciamo dove gli altri fallirebbero.
Non vi farò una lezione di storia dell'arte, non vi parlerò dei suoi monumenti o dei dipinti del Mantegna, semplicemente per chi non c'è mai stato posso dire che è ciò che si definisce "un museo a cielo aperto";  una città come Mantova non è solo i suoi palazzi, i suoi monumenti, ma è il paesaggio in sè che ne fa una città da tutelare; ricordo che fa parte del parco del Mincio solo per questo meriterebbe la tutela ambientale e paesaggistica che purtroppo noi sembriamo non volerle dare.
Va beh aspettiamo e vediamo che succede speriamo che ci ripensino, intanto noi meditiamo anche di valutare altre mete sperando  che il tempo ci conceda finalmente qualche bella giornata.

lunedì 18 febbraio 2013

Il club dei ricordi perduti

Vidi questo libro per la prima volta al supermercato prima di Natale, sarà per l'immagine evocativa di quei calzini fatti ai ferri, sarà per il prezzo (inferiore ai 10 €), sarà per la trama, ho pensato subito: "LO VOGLIO", ma siccome "l'erba voglio non cresce neanche nel giardino del re" l'ho posato e mi sono detta che se la biblioteca non me lo avesse procurato avrei comunque potuto prenderlo dopo le festività.
Il Natale è andato da un pezzo e finalmente la biblioteca ha ripreso a pieno ritmo il servizio di interscambio e sabato sera questa meraviglia ha varcato la soglia di casa mia.
Ieri sera lo avevo già finito ed ora ho quel senso di smarrimento di quando si finisce un libro che tanto ci è piaciuto.
Ok non è "Orgoglio e pregiudizio" o "Guerra e pace", non attraverserà i secoli e non arriverà ai posteri, ma è riuscito a farmi leggere in modo compulsivo come non mi accadeva da tempo.

Senza nessuno cui dedicarle, le parole sono vuote e inutili. Come vuota e inutile è ormai la vita di Mary Baxter, una brillante giornalista che ha visto il filo della sua esistenza spezzarsi un maledetto giorno di primavera. Tuttavia, con un matrimonio sull'orlo del fallimento e un lavoro che ha perso ogni significato, Mary sorprende per prima se stessa quando decide di seguire l'unico consiglio che le ha dato la madre per superare il dolore: iscriversi a un corso di lavoro a maglia. Scettica ma allo stesso tempo incuriosita, Mary inizia quindi a frequentare la merceria di Alice - una premurosa e saggia vecchietta - dove cinque donne si ritrovano ogni mercoledì sera per creare sciarpe, maglioni, cappellini e calzini. Così, col passare delle settimane, si instaura un profondo rapporto di intimità e amicizia tra Mary e le componenti del "club", che durante le sedute le raccontano il proprio passato. Come Scarlet, che ha deciso di aprire una panetteria dopo aver perso l'amore; o Beth, madre di quattro figli, che si porta dietro un grande rimpianto; e poi Lulu, Ellen, Harriet, ognuna con la sua storia e i suoi segreti, le gioie e le delusioni, i successi e i fallimenti... E saranno proprio quelle donne e la serenità trasmessa dal lavoro a maglia ad aiutare Mary a capire che è sempre possibile uscire dal guscio in cui ci rinchiudiamo, per aprirci di nuovo alla vita e all'amore. 

Il libro è autobiografico perchè la scrittrice ha realmente perso la figlia di 5 anni per una meningite e così come la protagonista, lavorando a maglia è riuscita in qualche modo ad elaborare il lutto; commovente ed un po' triste lasccia comunque un senso di speranza per tutte coloro che stanno cercando un modo per andare avanti.
Per certi versi simile a "Le amiche del venerdì sera" mantiene comunque una sua unicità ve lo consiglio.

domenica 10 febbraio 2013

Calza al giorno toglie il medico di torno

In questi giorni sembro una matta, complice il bel tempo e le previsioni di peggioramento ho deciso di lavare tutto ciò che potevo.
Non vi dico con quanta soddisfazione ho appeso lenzuola, copriletto, asciugamni, abiti e tappeti sui miei 10 metri di filo da bucato; come svolazzano e che meraviglia prenderli asciutti come sono e riinfilarli sul letto così dalla mattina alla sera.
L'altro giorno per caso mi sono soffermata su di uno spezzone di mattino 5, praticamente è impossibile che a quell'ora io guardi la tv, ma dovendo stirare avevo bisogno di una voce di compagnia, così ecco nascere in me la curiosità di visitare il blog di una blogger appunto, http://www.minimoblog.it/ e da qui sono nate riflessioni sullo stile di vita della mia famiglia.
Si parlava di vivere in città, vivere in campagna, con molte o poche cose e la mia riflessione è che non esiste un meglio o peggio in assoluto, ma cose che sono meglio o peggio per me.
Ho sempre vissuto in campagna e questo stile di vita non lo cambierei per nulla al mondo a volte però ci sono scelte  che vanno fatte a seconda della possibilità economica e del posto di lavoro, la fa facile l'ospite di turno il quale sostiene sia bello vivere in città e sia bellissimo scendere per negozzi ed acquistare il mondo, lui non ha problemi di soldi o spazio nella sua casa.
Ecco nel comune dove vivono i miei nell'ultimo anno si è visto uno sviluppo edilizio che era previsto in 10 anni, questo perchè essendo un piccolo comune alle porte di Milano in molti hanno deciso di spostarsi e spendere i soldi dell'affitto milanese per il mutuo di un appartamento in campagna, parlo di appartamenti  perchè si sono costruite solo palazzine; chi passa 8, 9, 10 ore al lavoro più il viaggio non può permettersi di vivere in una villetta con giardino è ovvio.
Noi abbiamo deciso che lo spazio ci era indispensabile ci piace ronfare tutti e tre (cagnolina compresa) allungati sul divano, quindi ci voleva lo spazio per un divano da 5 posti, ci piace avere anche a cena genitori ed amici e per il compleanno avevo 20 persone che in un modo o nell'altro hanno trovato spazio in soggiorno.
Certo l'obbiezione è che c'è molto da pulire, camino divano, zona pranzo con sedie, tavolo e credenza da spostare, ma io sono a casa e questa scelta ci piace.
Figuriamoci poi lo shopping, propio io che sapete che non compero mai nulla che gusto posso trovare nell'andare per negozzi; normalmente quando spendo un euro faccio sempre la proporzione del tempo impiegato per guadagnarlo e il tempo per spenderlo, quindi non ce la faccio, poi adesso tra bollette, tasse e soldi per vivere figuriamoci cosa ci resta da spendere e spandere.
Lunedì scorso mi sono data alle folli spese, sono andata al mercato ed ho preso un gomitolone di lana viola in offerta a 5€, normalmente è in vendita a 7€, acquisto d'obbligo perchè necessito urgentemente di calze nuove; così eccomi a sferruzzare.
La prima è finita ed ora lavoro sulla seconda...


A Cecchi Paone farà piacere uscire a fare shopping, ma non vi dico che piacere ho io quando mi chiedono, al supermercato, in posta o da qualsiasi parte dove ho comperato la borsa, il maglione o la sciarpa e poter rispondere che non li ho acquistati, ma li ho fatti io.
Quando posso dire che le tagliatelle all'uovo che ho portato in tavola sono opera delle mie mani e che i quadri unici appesi alla parete di casa li ho ricamati totalmente a mano è tutto molto, ma molto più soddisfacente che comperare un paio di scarpe.