Tutte le mie xxx

venerdì 8 novembre 2013

Il colore del latte

Ecco un altro libro per cui avevo molte aspettative.


È la primavera del 1831 quando Mary incomincia a scrivere la sua storia. Scrive lentamente, ci vorranno quattro stagioni perché racconti tutto. Ma non importa: scrivere è diventato un bisogno primario per lei, come mangiare e dormire. Viene da una famiglia di contadini, ha quindici anni, una gamba più corta dell'altra e i capelli chiari come il latte. Conosce solo la fatica del lavoro nei campi, proprio come sua madre, suo padre e le sue sorelle. Conosce solo il linguaggio della violenza, che il padre le infligge se non lavora abbastanza. Ma ha un cervello lucido e una lingua tagliente. Un giorno il padre la allontana di casa perché il vicario vuole una ragazza che accudisca la moglie malata. Mary non vuole abbandonare l'unica vita che conosce, ma non ha scelta. E nella nuova casa imparerà a scrivere, e scrivere rende liberi anche se la libertà ha un prezzo. 

Ho letto un sacco di recensioni positivissime che dicevano "libro raro e prezioso", "dolcezza e delicatezza che appartiene solo agli animi leggiadri"; evidentemente io non l'ho capito, ho dei limiti oltre cui non posso andare.
Nel complesso il racconto è buono, ha una buona trama, buoni propositi, ma leggere il diario di una ragazza di campagna anlfabeta che usa punteggiatura, grammatica e terminologia a caso mi è stato difficilissimo.
Certo l'intento dell'autrice era propio quello di restare fedele all'analfabetismo della protagonista, ma l'intento di noi lettori di leggere un buon libro!?!
Per fortuna sono solo 160 pagine non sarei riuscita  a leggerne altre 10 scritte in quel modo.
Voi lo avete letto, cosa ne pensate?

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