Tutte le mie xxx

venerdì 27 giugno 2014

Una storia al mese più una per la teiera

In questi giorni sono propio stanca e stufa, domani è sabato, ma per noi sarà un giorno come un altro, mio marito sarà al lavoro tutto il giorno, sperando che non debba fare straordinari, reperibilità di notte e di domenica; quindi non ci potremo muovere neppure per andare a trovare le nostre famiglie.
Sono stufa di questa situazione, nessuno dovrebbe lavorare 14 ore tutta settimana e poi pure nel week end, ma con i tempi che corrono cambiare mestiere è impossibile.
E' che a volte si vorrebbe un po' di comprensione, ma ci si scontra spesso con i "culi comodi" (dite la verità ne conoscete tanti anche voi vero?) quelle persone che lavorano massimo 8 ore al giorno, niente sabati e domeniche, niente turni, solo orari d'ufficio, km macinati in macchina pochi, alcuni niente che al lavoro ci vanno a piedi ed in bici e che ti dicono: " sei fortunato a lavorare, non ti lamentare", chissà perchè i: "ti capisco", arrivano solo da persone che fanno la nostra stessa vita, persone che come mio marito si fanno 150km al giorno per andare al lavoro.
Poi ci sono le preoccupazioni, ci si chiede spesso cosa sarà del nostro futuro, se questa vita sarà ancora solo per un periodo breve o se sarà destinata anche a peggiorare, si perchè al peggio non c'è mai fine.
Quindi quest'anno più del solito ho gran voglia di tuffarmi nel mare per farmi scivolare via i pensieri, ci si consola pensando che almeno con tutto questo lavoro le vacanze ce le si può ancora permettere, senza sciallare ovvio.
Anche questa volta visiteremo un'isola greca; facendo magari anche una gita o due.
Avremmo voluto rimanere in Italia, ma abbiamo trovato solo prezzi proibitivi sotto ogni aspetto, voli troppo cari, soggiorni idem e costi di vita (quindi pranzo e cena) esagerati per le nostre tasche.
Noi si stava bene a Karpathos, dove con massimo 25€ si mangiava in due, ma mangiare tanto e bene; questo sarà l'anno di Cefalonia che ci dicono essere bellissima, speriamo!
Ho già preparato il libro che mi porterò in valigia, ma oggi vi parlerò di questo letto da un po'.


Questo è uno di quei libri che Lolle aveva consigliato molto tempo fa, me lo sono segnato e l'ho chiesto alla biblioteca, ma non mi è mai arrivato; così per il mio compleanno ho deciso di regalarmelo usato, con meno di 5 € ho avuto il mio bel volume.

«Una volta provato non ne puoi più fare a meno, ne vorresti ogni giorno di più e sempre di maggiore qualità. Poi, se qualche malcapitato osa negarti la dose quotidiana rischia almeno i tuoi fulmini. Una droga? Chiamala come vuoi, è l’effetto che fa il silenzio in campagna». Cominciano così le esperienze di vita e di lavoro descritte da una donna giovane e molto attiva, stimata prefessionista RAI, che, con il marito, ha deciso di vivere tra i vigneti del Monferrato conciliando l’impegno in RAI con il lavoro della terra. Ognuno dei tredici racconti-capitoli che compongono il volume ha per tema un luogo e un lavoro agreste evocati secondo la successione delle stagioni, o un animale, una pianta, un fiore: il risveglio del vigneto e del bosco, la fioritura inaspettata del giardino, la coltivazione dell’orto con molti imprestisti. E poi la legnaia, il roseto, un sambuco come amico, il basilico, varietà di uccelli ecc. Una serie di tessere collegate che nel loro insieme restituiscono il mosaico completo del mondo agreste con tutte le sensazioni e le emozioni di cui oggi spesso sentiamo la mancanza.

Veloce che lo si potrebbe leggere in una serata, purtroppo  dico io, perchè avrei passato molte altre ore in compagnia di Ilaria Beretta nel  suo podere, chissà che non decida di scriverne un'altro, altri 12 mesi  e dodici storie, sicuramente troverebbe in me un'attenta lettrice.
Ve lo consiglio anche da portare al mare, non farete fatica a riporlo nello zaino  viste le poche pagine  solo 111 e la copertina morbida.
Ho anche un altro libro da consigliarvi e lo farò prima della partenza, so che piacerà molto in particolare a chi ama i gatti, perchè propio una gattina sarà la protagonista (indiretta) della storia; ma sto già svelando troppo.

lunedì 23 giugno 2014

Siena il Duomo

Ci eravamo lasciati alle spalle la Piazza Del Campo e stavamo risalendo la collina per arrivare al Duomo ricordate?
E' strano con questo caldo ripercorrere le tappe del nostro viaggio di fine inverno, ormai con la mente sono al mare, ma cercherò in queste settimane che mi separano dalla partenza di tornare in pari con i reportage, con i ricami ed anche con qualche recensione.

Dicevamo: la Cattedrale è dedicata a Santa Maria Assunta, ha tre navate a croce latina ed è rivestita di fasce di marmo bianche e nere, sia esternamente che internamente.


A dividere le tre navate ci sono volte a tutto sesto, mentre la copertura è formata da volte a crociera intonacate di azzurro e decorate con stelle di stucco dorato.


Di una bellezza impressionante racchiude in sè molti capolavori firmati Donatello, Michelangelo, Pisano, Duccio di Boninsegna e gli affreschi di Pinturicchio e del suo allievo Raffaello Sanzio sono  contenuti nella Libreria Piccolomini.


Diventa difficile una volta entrati capire da dove partirecon  la visita, tutto è meraviglioso anche i pavimenti, il mio consiglio se ci andate per la prima volta è di munirvi di una buona guida e di dedicargli l'intera giornata.


Come già vi raccontavo per noi  no era la prima volta, così ci siamo accontantati di qualche ora per darci l'opportunità di visitare Montalcino e Bagno Vignoni, di cui vi parlerò nei prossimi post.

domenica 8 giugno 2014

"Un ottima annata " e "Un anno in provenza"


Credo che anche per le vacanze ci siano delle mode, sono cose inconsce, ma se avete notato ci sono stati periodi in cui tutti andavano a Formentere (questo dopo il passaggio dei vip), poi c'è stato il periodo della Sardegna, se non ci andavi eri nessuno, dopo che ci hanno girato Beautiful la Puglia è diventata la meta di tutti i miei conoscenti ed ora già due persone che conosco andranno in provenza.
Beh non ho idea se diventerà la moda di quest'anno, non credo, ma sarebbe una bella moda.
A noi il nostro viaggio di nozze in provenza è piaciuto tantissimo e forse il nostro entusiasmo ha contagiato anche gli amici.
Così ecco ancora qualche lettura interessante propio per le vacanze.

 Forse vi ricorderete di questo film, io ne ho vaghi ricordi,  non credo sia stata una pellicola indimenticabile per gli estimatori del cinema, mi ricordo più i paesaggi della trama, che non ricordo se rispecchia quella del romanzo.
Beh cancellate il film (o almeno ricordatevi solo della location) e partite con la lettura.

 Max Skinner è un trentenne in carriera nel mondo sempre più difficile della finanza londinese, finché un giorno perde il posto presso la prestigiosa compagnia dei fratelli Lawton. Per fortuna ci sono le coincidenze, perché proprio quello stesso giorno riceve una lettera da un notaio francese: lo zio Henry gli ha lasciato in eredità la sua casa in Provenza, dove Max passava le vacanze estive quand'era ragazzo. Nella sua situazione l'idea di restarsene per qualche tempo in quella vecchia villa circondata dalle vigne è semplicemente irresistibile. Ma anche tra le dolci colline del Luberon, e precisamente nel villaggio di Saint-Pons, le cose non sono semplici come sembrano: circolano simpatie e antipatie, avidità e sotterfugi, e c'è chi vuoi mettere le mani su qualcosa che non gli appartiene. A Max servono un altro pizzico di fortuna e un po' di intuito, qualche amico e forse l'amore. E magari la voglia, o il sogno, di cambiare davvero vita. 
Gordes, Aix, Avignone, e tutti gli altri luogi visitati vengono nominati in questo libro; piacevole, leggero, con pochi personaggi, ben caratterizzati, belle ambientazioni, ve lo consiglio tantissimo.


Dello stesso autore (di cui spero prima o poi di poter leggere anche gli altri libri).
Dopo quindici anni di lavoro nel frenetico mondo londinese della pubblicità, Peter Mayle decide di cambiare vita. Acquista una fattoria in Provenza, costruita con pietre levigate da "duecento anni di vento e di sole", e vi si trasferisce insieme alla moglie e ai suoi due cani. Sogna una vita più rilassata e fa i suoi programmi, ma non tutto va come previsto; la ristrutturazione procede a rilento, e lo mette a confronto con un mondo che ai suoi occhi anglosassoni appare bizzarro e sorprendente: una parlata dall'inflessione incomprensibile, un'idea della puntualità quantomeno fantasiosa, operai e artigiani che compaiono rumorosamente all'improvviso, mettono tutto a soqquadro e scompaiono per mesi, un sacre vent, il mistral, "capace di far impazzire uomini e animali'. E soprattutto una galleria di personaggi l'uno più originale dell'altro, descritti con una curiosità accompagnata da un'irresistibile vena ironica: dall'idraulico Menicucci con la passione del clarinetto al cacciatore Massot, con la fissazione dei Tedeschi sporcaccioni, al vicino Faustin, che lo coinvolge sapientemente in un'impresa vinicola. Mayle lentamente abbandona le sue ritrosie e scivola nei ritmi della Provenza: il suo diario, disteso fra due feste di capodanno, ci guida attraverso i piaceri della cucina e dei vini del Sud della Francia, ci descrive i mercati di paese, le feste, le abitudini, i modi della socialità, il mutare del paesaggio con le stagioni. 

Questo è un libro che assolutamente non dovrete perdervi se la Provenza sarà la vostra meta per l'estate.
Un racconto per ogni mese dell'anno, profumi, paesaggi, abitudi e vicissitudini di un anno di vita provenzale, quasi una guida per chi desiderasse visitarne i  luoghi.
Lettura leggera e leggero anche nel formato vi garantirà qualche ora di piacevole relax anche se la meta della vostra estate sarà il giardino di casa vostra (come probabilmente sarà per noi).

 


venerdì 6 giugno 2014

Brescello e Guareschi

Approfitto del racconto del nostro due giugno per raccontarvi un po' dei libri letti negli ultimi tempi.
Già vi accennavo tempo fa che stavo leggendo i libri di Guareschi, la saga di Don Camillo e Peppone; Brescello è stata propio la tappa del nostro viaggio su due ruote del due giugno.


Parto dall'inizio, perchè la meta avrebbe dovuto essere un'altra, Il Vittoriale Degli Italiani, per andarci però avremmo dovuto metterci in moto almeno alle otto del mattino, ma a quell'ora eravamo ancora a nanna.
Non so voi, ma noi di puntare la sveglia in un giorno di festa non ne abbiamo propio voglia, così ce la siamo presa comoda ed abbiamo optato per un viaggio più breve e con meno cose da vedere, in men che non si dica mio marito aveva pronto il piano B; si va a Brescello.
E' da molto che desideravamo andarci, e dopo aver letto i romanzi che mi sono stati consigliati da mio cugino la voglia è accresciuta.
Guareschi iniziò a scrivere i racconti ambientati nel "Mondo Piccolo" , le vicende di Don Camillo e Peppone però si svolgevano in un paesello innominato fino al momento in cui è stato girato il film.
Non fu facile per Guareschi portare al cinema queste vicende, intanto per la condizione politica italiana, così legata alla chiesa contrariata da personaggi e storie, poi per l'iniziale difficoltà nel trovare la giusta location, poi per convincere gli abitanti di Brescello a fare da comparse e a dare ospitalità alla troup e per la difficoltà di trovare il Peppone giusto.


Partiamo propio da questo, in Italia nessun regista volle accollarsi l'onere di girare un film  scomodo alla chiesa, così Guareschi dovette andare in Francia dove un tal Jilien Duvivier  accettò alla condizione di poter dirigere il suo pupillo, uno sconosciuto Fernandel nella parte di Don Camillo.


Ovviamente accettarono, peccato che quella parte fosse già stata assegnata al  grandissimo attore italiano Gino Cervi, il quale, presentatosi sul set scoprì di dover fare la parte del sindaco comunista Peppone, contrariato se ne andò lasciando Giovannino Guareschi a provare la parte.
Un piccolo dettaglio: Guareschi non era un attore e la scena della partita, in cui c'è quel ragazzo che arriva tardi e viene schiaffeggiato viene ripetuta 14 volte e per 14 volte il ragazzo riceve veramente il ceffone, a quel punto Guareschi si ritira e vorrà a tutti i costi Gino Cervi; tutti i costi saranno la bellezza di 100 milioni di lire in più rispetto al compenso iniziale.
Vi parlavo anche dell'iniziale riluttanza dei Brescellesi nei confronti di questo film, pare che un delegato della Democrazia Cristiana fece loro un discorso in cui li si convinceva che queste riprese avrebbe portato l'Italia in una grossa crisi economica e loro persone semplici e di campagna non volevano la crisi, poi ci hanno riflettuto.
 Il film venne girato da maggio a settembre periodo caldissimo nella bassa, lavorare i campi avrebbe voluto dire fatica e sudore ed il milione di lire dato alle comparse era decisamente allettante, a Brescello non esistono alberghi, quindi la troup avrebbe pagato vitto e alloggio ai Brescellesi che si sarebbero visti arrivare un'ulteriore entrata; quindi, l'Italia è l'Italia, Brescello è Brescello il film si doveva girare.


Se vi capitasse di leggere il libri di Guareschi ed io ve li consiglio e vi capitasse di fare un giro al paese, vi consiglio anche quello, noterete che Brescello è pefetto per la sua conformazione; intanto ha una grossa piazza, con una grande chiesa a simboleggiare il potere, cosa che nei paesi piccoli è fuori dal comune, infatti la chiesa e la piazza furono una donazione da parte di un signorotto locale.
Dall'alto del campanile della chiesa Don Camillo poteva tener d'occhio il sindaco in municipio ed anche a casa.


Ricordate la scena in cui nasce il figlio di Peppone? ecco il balcone; oggi ci abita un commercialista, ma gli interni sono irrilevanti in quanto non sono stati girati nella casa, ma ricreati a Cinecittà.
Sono rimasti intatti i luoghi,  la casa di Don Camillo, la Madonnina Del Borghetto, il negozio del barbiere, la stazione, ma particolari sono i due musei in cui sono contenuti alcuni dei cimeli usati nelle riprese.
E' stranissimo vedere dal vivo alcune cose, vi ricordate il tavolo che Don Camillo solleva sopra la testa, nel film, così come nei racconti sembra enorme e pesantissimo, in realtà è più piccolo di quello della mia cucina.


Ve la ricordate la campana del popolo? per le riprese ne vennero costruite tre in vetroresina, ma le prime due quando caddero sulla testa di Gino Cervi si aprirono come uova di pasqua, la terza è in esposizione.


Anche il Cristo parlante è stato donato al paese, dovete sapere che a quei tempi brevettarono la statua del Cristo in quanto aveva tre teste, con tre espressioni diverse, purtroppo due teste vennero smarrite dopo il primo film, perchè non si pensava che dopo Don Camillo ci sarebbe stato un seguito.


Insomma la nostra visita è stata ricca di curiosità, ciò che posso dirvi è che se avete amato i film leggere i libri sarà per voi un completamento della storia (molti degli episodi, anche belli sono stati necessariamente tagliati e ricordiamo che Fernandel è morto prima di poter terminare Don Camillo e i  giovani d'oggi) ed andare a Brescello vi permetterà di scoprire tante altre cose.