Tutte le mie xxx

lunedì 18 febbraio 2013

Il club dei ricordi perduti

Vidi questo libro per la prima volta al supermercato prima di Natale, sarà per l'immagine evocativa di quei calzini fatti ai ferri, sarà per il prezzo (inferiore ai 10 €), sarà per la trama, ho pensato subito: "LO VOGLIO", ma siccome "l'erba voglio non cresce neanche nel giardino del re" l'ho posato e mi sono detta che se la biblioteca non me lo avesse procurato avrei comunque potuto prenderlo dopo le festività.
Il Natale è andato da un pezzo e finalmente la biblioteca ha ripreso a pieno ritmo il servizio di interscambio e sabato sera questa meraviglia ha varcato la soglia di casa mia.
Ieri sera lo avevo già finito ed ora ho quel senso di smarrimento di quando si finisce un libro che tanto ci è piaciuto.
Ok non è "Orgoglio e pregiudizio" o "Guerra e pace", non attraverserà i secoli e non arriverà ai posteri, ma è riuscito a farmi leggere in modo compulsivo come non mi accadeva da tempo.

Senza nessuno cui dedicarle, le parole sono vuote e inutili. Come vuota e inutile è ormai la vita di Mary Baxter, una brillante giornalista che ha visto il filo della sua esistenza spezzarsi un maledetto giorno di primavera. Tuttavia, con un matrimonio sull'orlo del fallimento e un lavoro che ha perso ogni significato, Mary sorprende per prima se stessa quando decide di seguire l'unico consiglio che le ha dato la madre per superare il dolore: iscriversi a un corso di lavoro a maglia. Scettica ma allo stesso tempo incuriosita, Mary inizia quindi a frequentare la merceria di Alice - una premurosa e saggia vecchietta - dove cinque donne si ritrovano ogni mercoledì sera per creare sciarpe, maglioni, cappellini e calzini. Così, col passare delle settimane, si instaura un profondo rapporto di intimità e amicizia tra Mary e le componenti del "club", che durante le sedute le raccontano il proprio passato. Come Scarlet, che ha deciso di aprire una panetteria dopo aver perso l'amore; o Beth, madre di quattro figli, che si porta dietro un grande rimpianto; e poi Lulu, Ellen, Harriet, ognuna con la sua storia e i suoi segreti, le gioie e le delusioni, i successi e i fallimenti... E saranno proprio quelle donne e la serenità trasmessa dal lavoro a maglia ad aiutare Mary a capire che è sempre possibile uscire dal guscio in cui ci rinchiudiamo, per aprirci di nuovo alla vita e all'amore. 

Il libro è autobiografico perchè la scrittrice ha realmente perso la figlia di 5 anni per una meningite e così come la protagonista, lavorando a maglia è riuscita in qualche modo ad elaborare il lutto; commovente ed un po' triste lasccia comunque un senso di speranza per tutte coloro che stanno cercando un modo per andare avanti.
Per certi versi simile a "Le amiche del venerdì sera" mantiene comunque una sua unicità ve lo consiglio.

7 commenti:

  1. Deve essere molto bello questo libro, grazie Cispiolina!Buona serata

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  2. Grazie, le tue recensioni sono sempre appassionanti!

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  3. Bellissimo blog, molto interessante. Non conoscevo il libro, ma la tua recensione è perfetta. Mi sono unita ai tuoi lettori se ti va di conoscermi, ti invito a visitare il mio blog pastaenonsolo.blogspot.it
    Ti aspetto.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Grazie per i complimenti verrò subito a sbirciare.

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  4. ultimamente in libreria ho preso delle toppe clamorose, affascinata dalle copertine, libri che si sono rivelati leggeri ed evanescenti come l'aria per cui, quando leggo qualche recensione vera, mi segno subito il titolo, come in questo caso, grazie!

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    1. E' vero alle volte le copertine sono trditrici, la sola peggiore che ho preso è stata "Stelle di provenza" chi non verrebbe attratto da un bel quadro di Van Gogh?
      Se ti capiterà di leggerlo fammi sapere cosa ne pensi per deformazione professionale mi piace sempre molto sentire i pareri anche se non corrisposndono ai miei.

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