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venerdì 6 giugno 2014

Brescello e Guareschi

Approfitto del racconto del nostro due giugno per raccontarvi un po' dei libri letti negli ultimi tempi.
Già vi accennavo tempo fa che stavo leggendo i libri di Guareschi, la saga di Don Camillo e Peppone; Brescello è stata propio la tappa del nostro viaggio su due ruote del due giugno.


Parto dall'inizio, perchè la meta avrebbe dovuto essere un'altra, Il Vittoriale Degli Italiani, per andarci però avremmo dovuto metterci in moto almeno alle otto del mattino, ma a quell'ora eravamo ancora a nanna.
Non so voi, ma noi di puntare la sveglia in un giorno di festa non ne abbiamo propio voglia, così ce la siamo presa comoda ed abbiamo optato per un viaggio più breve e con meno cose da vedere, in men che non si dica mio marito aveva pronto il piano B; si va a Brescello.
E' da molto che desideravamo andarci, e dopo aver letto i romanzi che mi sono stati consigliati da mio cugino la voglia è accresciuta.
Guareschi iniziò a scrivere i racconti ambientati nel "Mondo Piccolo" , le vicende di Don Camillo e Peppone però si svolgevano in un paesello innominato fino al momento in cui è stato girato il film.
Non fu facile per Guareschi portare al cinema queste vicende, intanto per la condizione politica italiana, così legata alla chiesa contrariata da personaggi e storie, poi per l'iniziale difficoltà nel trovare la giusta location, poi per convincere gli abitanti di Brescello a fare da comparse e a dare ospitalità alla troup e per la difficoltà di trovare il Peppone giusto.


Partiamo propio da questo, in Italia nessun regista volle accollarsi l'onere di girare un film  scomodo alla chiesa, così Guareschi dovette andare in Francia dove un tal Jilien Duvivier  accettò alla condizione di poter dirigere il suo pupillo, uno sconosciuto Fernandel nella parte di Don Camillo.


Ovviamente accettarono, peccato che quella parte fosse già stata assegnata al  grandissimo attore italiano Gino Cervi, il quale, presentatosi sul set scoprì di dover fare la parte del sindaco comunista Peppone, contrariato se ne andò lasciando Giovannino Guareschi a provare la parte.
Un piccolo dettaglio: Guareschi non era un attore e la scena della partita, in cui c'è quel ragazzo che arriva tardi e viene schiaffeggiato viene ripetuta 14 volte e per 14 volte il ragazzo riceve veramente il ceffone, a quel punto Guareschi si ritira e vorrà a tutti i costi Gino Cervi; tutti i costi saranno la bellezza di 100 milioni di lire in più rispetto al compenso iniziale.
Vi parlavo anche dell'iniziale riluttanza dei Brescellesi nei confronti di questo film, pare che un delegato della Democrazia Cristiana fece loro un discorso in cui li si convinceva che queste riprese avrebbe portato l'Italia in una grossa crisi economica e loro persone semplici e di campagna non volevano la crisi, poi ci hanno riflettuto.
 Il film venne girato da maggio a settembre periodo caldissimo nella bassa, lavorare i campi avrebbe voluto dire fatica e sudore ed il milione di lire dato alle comparse era decisamente allettante, a Brescello non esistono alberghi, quindi la troup avrebbe pagato vitto e alloggio ai Brescellesi che si sarebbero visti arrivare un'ulteriore entrata; quindi, l'Italia è l'Italia, Brescello è Brescello il film si doveva girare.


Se vi capitasse di leggere il libri di Guareschi ed io ve li consiglio e vi capitasse di fare un giro al paese, vi consiglio anche quello, noterete che Brescello è pefetto per la sua conformazione; intanto ha una grossa piazza, con una grande chiesa a simboleggiare il potere, cosa che nei paesi piccoli è fuori dal comune, infatti la chiesa e la piazza furono una donazione da parte di un signorotto locale.
Dall'alto del campanile della chiesa Don Camillo poteva tener d'occhio il sindaco in municipio ed anche a casa.


Ricordate la scena in cui nasce il figlio di Peppone? ecco il balcone; oggi ci abita un commercialista, ma gli interni sono irrilevanti in quanto non sono stati girati nella casa, ma ricreati a Cinecittà.
Sono rimasti intatti i luoghi,  la casa di Don Camillo, la Madonnina Del Borghetto, il negozio del barbiere, la stazione, ma particolari sono i due musei in cui sono contenuti alcuni dei cimeli usati nelle riprese.
E' stranissimo vedere dal vivo alcune cose, vi ricordate il tavolo che Don Camillo solleva sopra la testa, nel film, così come nei racconti sembra enorme e pesantissimo, in realtà è più piccolo di quello della mia cucina.


Ve la ricordate la campana del popolo? per le riprese ne vennero costruite tre in vetroresina, ma le prime due quando caddero sulla testa di Gino Cervi si aprirono come uova di pasqua, la terza è in esposizione.


Anche il Cristo parlante è stato donato al paese, dovete sapere che a quei tempi brevettarono la statua del Cristo in quanto aveva tre teste, con tre espressioni diverse, purtroppo due teste vennero smarrite dopo il primo film, perchè non si pensava che dopo Don Camillo ci sarebbe stato un seguito.


Insomma la nostra visita è stata ricca di curiosità, ciò che posso dirvi è che se avete amato i film leggere i libri sarà per voi un completamento della storia (molti degli episodi, anche belli sono stati necessariamente tagliati e ricordiamo che Fernandel è morto prima di poter terminare Don Camillo e i  giovani d'oggi) ed andare a Brescello vi permetterà di scoprire tante altre cose.

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