Il tempo passa, avrei molte cose da scrivere, ricette, ricami, sferruzzamenti ed una lista infinita di libri.
La primavera mi ha portato molta energia , mi trovo a fare moltissime cose, che però non riesco a mettere per iscritto con regolarità.
La primavera ha portato anche la voglia di passare più tempo all'aperto e complice un marito con tante cose da farsi perdonare mi sono creata un cantuccio tutto mio da godere prima e dopo cena.
Mio marito doveva farsi perdonare di aver tagliato mentre rasava il prato, due germogli del lampone ed anche i mughetti, io ho pensato di comperare un po' di fiori da mettere nel vaso di fianco al salottino; in comune accordo abbiamo preso anche una bouganvillea per il retro.
Insomma mi dispiace moltissimo per il lampone e per quel germoglio che curavo da due anni, ma alla fine qualcosa di buono ne è venuto.
Anche quest'anno avrò il mio angolo dove rifugiarmi quando vorrò un po' di tregua dai lavori domestici.
Oggi però vi racconterò di un libro finito qualche tempo fa.
Ottobre 1920. A Chicago, arriva dalla natia
Oak Park un ragazzo di vent'anni alto e snello, con splendidi occhi
castani, capelli nerissimi e una fossetta sulla guancia sinistra. A casa
della famiglia Smith dov'è ospite, il ragazzo, che si chiama Ernest
Hemingway, incanta gli astanti coi suoi racconti sulla Grande Guerra.
Rapita più di tutti dall'aria spavalda e dallo sguardo scintillante del
ragazzo è un'amica di Kate Smith: Hadley Richardson, una ventottenne
che, dopo la morte dei genitori, vive con la severa sorella Fonnie e la
sua famiglia a St. Louis. Una volta tornata a casa, riceve,
meravigliosamente stropicciata, la lettera di Hemingway che esordisce
con: "Penso sempre a Roma; ma che ne diresti di venirci con me... come
mia moglie?". Senza soldi e alla ricerca di vita, felicità e successo,
Hadley e il giovane Hemingway partono alla volta della vecchia Europa.
Non si stabiliscono a Roma, ma a Parigi. Per Ernest è il periodo
dell'elaborazione delle ferite interiori lasciate dalla guerra e della
frequentazione dei salotti letterari. Quando, però, dopo un figlio,
arrivano anche il denaro e la fama, nell'inquieto scrittore esplode il
desiderio di una vita libera, accanto a nuove e stimolanti conoscenze
come John Dos Passos e Scott e Zelda Fitzgerald. Una vita che Ernest
finirà col non condividere più con la riservata Hadley. Così diversa da
Pauline Pfeiffer, irresistibilmente chic con quella frangetta scura e
un'esuberanza da ragazzino.
Lo avrò detto un sacco di volte, ma adoro questo genere di romanzo, "Una moglie a Parigi" è la storia romanzata della prima moglie di Hemingway, famosissimo scrittore e premio Nobel che spero non abbia bisogno di presentazioni.
Ne ho letto una recensione negativa, ne copio il testo, giusto per farvi capire.
Come se il cinema non fosse bastato ad
accumulare dettagli lacrimosi e scandalistici sulla vita di Ernest
Hemingway, come se ancora le tante biografie già apparse non avessero
setacciato a sufficienza i dettagli più scabrosi di quest'uomo che, tra
l'altro, ha sempre raccontato di sé, compare ora una pesante storia
biografica "inventata" del primo matrimonio tra lo scrittore, allora
intento al lavoro di Festa mobile, con la neutra Hadley
Richardson. Giovanissima, l'autrice la descrive come del tutto rapita
dal fascino di un uomo già avanti nella carriera. Stupisce l'accumulo di
nomi e di testi, da Stein a Pound, mescolati a un narrazione del tutto
piatta e molto simile alla più corriva chick lit. Un fenomeno di
pura paraletteratura che si nutre di vicende culturalmente significative
solo a fini commerciali. Nessun divertimento, solo elenchi di incontri e
tradimenti, un taglia e cuci vampiresco che andrebbe ignorato e non
valorizzato come se fossimo davanti a un lavoro di critica letteraria.
Camilla Valletti
Camilla Valletti
Ecco cara Camilla mi viene da chiederti se hai letto il libro dici:" l'autrice la descrive come del tutto rapita
dal fascino di un uomo già avanti nella carrier", MA NO!
Il nocciolo del romanzo è proprio che Emingway allora non lo calcolava nessuno.
Boh a me è piaciuto, ovviamente trattasi di un romanzo e non di una biografia, ma il tono malinconico e nostalgico non appesantisce la narrazione.
E' facile per il lettore simpatizzare per la coppia anche se sappiamo già che la loro storia è destinata a finire.
Voi lo avete letto? come lo avete trovato?