Oggi è l'8 marzo Festa della donna, quale occasione migliore per recensire un libro scritto da una donna dove la protagonista è proprio una donna?
Approfittando del fatto di essere sola in casa, con il marito chiamato al lavoro e di essere fisicamente distrutta mi siederò buona buona qui sul divano a scrivere della mia adorata Susan Vreeland .
L'ho detto ad ogni suo libro, lei è la mia scrittrice preferita ormai da molti anni, ma questo romanzo sembra proprio stato fatto apposta per me.
Approfittando del fatto di essere sola in casa, con il marito chiamato al lavoro e di essere fisicamente distrutta mi siederò buona buona qui sul divano a scrivere della mia adorata Susan Vreeland .
L'ho detto ad ogni suo libro, lei è la mia scrittrice preferita ormai da molti anni, ma questo romanzo sembra proprio stato fatto apposta per me.
È il 1937 quando Lisette giunge a Roussillon,
un villaggio della Provenza appollaiato in cima a una montagna, con le
case dai colori armoniosi che si inerpicano fino in vetta e sembrano
abitate da elfi, fate e cantastorie. Vent'anni, e nel cuore la speranza
di un apprendistato alla galleria d'arte Laforgue di Parigi, Lisette
approda nel villaggio con l'animo tutt'altro che incline all'idillio.
André, il marito, ha deciso di abbandonare la capitale e trasferirsi in
quel borgo sperduto perché il nonno, Pascal, gli ha chiesto aiuto a
causa della sua cagionevole salute. Per andare in suo soccorso, André ha
rinunciato al prestigioso ruolo di funzionario nella Corporazione degli
Encadreurs, l'associazione dei corniciai parigini, e Lisette al suo
anelito d'arte. A Roussillon, però, i due non si imbattono affatto in un
anziano malandato e in fin di vita, ma in un aitante ottantenne in
evidente buona salute. Ritrovarsi nella provincia francese per
soccorrere un vecchio che, all'apparenza, non ha alcun bisogno d'aiuto
sembrerebbe un'autentica beffa per la giovane coppia e per Lisette, in
particolare, la parisienne che considera Parigi la sua felicità e la sua
anima. Ma nel chiuso della sua casa, Pascal mostra a Lisette e André la
ragione vera del loro arrivo a Roussillon: sette quadri che lasciano
Lisette a bocca aperta...
Come mi accade ogni volta che leggo un suo libro sono stata immediatamente trasportata nella vicenda, ma questa volta più che in altre ho proprio visto con gli occhi della protagonista le ambientazioni del romanzo.
Lo dico nel vero senso della parola, dal momento che già dalle prime righe i protagonisti si trovano di passaggio ad Avignone per spostarsi poi a Roussillon, ogni passo percorso da Lisette è il percorso della prima parte della nostra luna di miele.
Lisette a differenza delle altre protagoniste della Vreeland è un personaggio inventato, non è un'artista e non ha nessuna particolare abilità, ma con il procedere del racconto riesce a guadagnarsi la simpatia del lettore per la capacità di adattarsi alle difficoltà che la vita le impone, il trasferimento da Parigi alla Provenza, il dover abbandonare l'occasione irripetibile per una donna di quel tempo di compiere l'apprendistato presso la Galerie Laforgue, gli anni della guerra, perdere il marito; tutto questo Lisette lo affronta giorno per giorno con coraggio.
L'unioca difetto è nella parte centrale del racconto, ad un certo punto diventa ripetitivo e rallenta la lettura.
Ovviamente è un libro che consiglio a tutti, in particolare però a chi ama i pittori impressionisti che hanno trovato nella Provenza una costante fonte di ispirazione.
Come mi accade ogni volta che leggo un suo libro sono stata immediatamente trasportata nella vicenda, ma questa volta più che in altre ho proprio visto con gli occhi della protagonista le ambientazioni del romanzo.
Lo dico nel vero senso della parola, dal momento che già dalle prime righe i protagonisti si trovano di passaggio ad Avignone per spostarsi poi a Roussillon, ogni passo percorso da Lisette è il percorso della prima parte della nostra luna di miele.
Lisette a differenza delle altre protagoniste della Vreeland è un personaggio inventato, non è un'artista e non ha nessuna particolare abilità, ma con il procedere del racconto riesce a guadagnarsi la simpatia del lettore per la capacità di adattarsi alle difficoltà che la vita le impone, il trasferimento da Parigi alla Provenza, il dover abbandonare l'occasione irripetibile per una donna di quel tempo di compiere l'apprendistato presso la Galerie Laforgue, gli anni della guerra, perdere il marito; tutto questo Lisette lo affronta giorno per giorno con coraggio.
L'unioca difetto è nella parte centrale del racconto, ad un certo punto diventa ripetitivo e rallenta la lettura.
Ovviamente è un libro che consiglio a tutti, in particolare però a chi ama i pittori impressionisti che hanno trovato nella Provenza una costante fonte di ispirazione.