Tutte le mie xxx

domenica 8 marzo 2015

La lista di Lisette

Oggi è l'8 marzo Festa della donna, quale occasione migliore per recensire un libro scritto da una donna dove la protagonista è proprio una donna?
Approfittando del fatto di essere sola in casa, con il marito chiamato al lavoro e di essere fisicamente distrutta mi siederò buona buona qui sul divano a scrivere della mia adorata Susan Vreeland .
L'ho detto ad ogni suo libro, lei è la mia scrittrice preferita ormai da molti anni, ma questo romanzo sembra proprio stato fatto apposta per me.



È il 1937 quando Lisette giunge a Roussillon, un villaggio della Provenza appollaiato in cima a una montagna, con le case dai colori armoniosi che si inerpicano fino in vetta e sembrano abitate da elfi, fate e cantastorie. Vent'anni, e nel cuore la speranza di un apprendistato alla galleria d'arte Laforgue di Parigi, Lisette approda nel villaggio con l'animo tutt'altro che incline all'idillio. André, il marito, ha deciso di abbandonare la capitale e trasferirsi in quel borgo sperduto perché il nonno, Pascal, gli ha chiesto aiuto a causa della sua cagionevole salute. Per andare in suo soccorso, André ha rinunciato al prestigioso ruolo di funzionario nella Corporazione degli Encadreurs, l'associazione dei corniciai parigini, e Lisette al suo anelito d'arte. A Roussillon, però, i due non si imbattono affatto in un anziano malandato e in fin di vita, ma in un aitante ottantenne in evidente buona salute. Ritrovarsi nella provincia francese per soccorrere un vecchio che, all'apparenza, non ha alcun bisogno d'aiuto sembrerebbe un'autentica beffa per la giovane coppia e per Lisette, in particolare, la parisienne che considera Parigi la sua felicità e la sua anima. Ma nel chiuso della sua casa, Pascal mostra a Lisette e André la ragione vera del loro arrivo a Roussillon: sette quadri che lasciano Lisette a bocca aperta... 

Come mi accade ogni volta che leggo un suo libro sono stata immediatamente trasportata nella vicenda, ma questa volta più che in altre ho proprio visto con gli occhi della protagonista le ambientazioni del romanzo.
Lo dico nel vero senso della parola, dal momento che già dalle prime righe i protagonisti si trovano di passaggio ad Avignone per spostarsi poi a Roussillon, ogni passo percorso da Lisette è il percorso della prima parte della nostra luna di miele.
Lisette a differenza delle altre protagoniste della Vreeland è un personaggio inventato, non è un'artista e non ha nessuna particolare abilità, ma con il procedere del racconto riesce a guadagnarsi la simpatia del lettore per la capacità di adattarsi alle difficoltà che la vita le impone, il trasferimento da Parigi alla Provenza, il dover abbandonare l'occasione irripetibile per una donna di quel tempo di compiere l'apprendistato presso la Galerie Laforgue, gli anni della guerra, perdere il marito; tutto questo Lisette lo affronta giorno per giorno con coraggio.
L'unioca difetto è nella parte centrale del racconto, ad un certo punto diventa ripetitivo e rallenta la lettura.
Ovviamente è un libro che consiglio a tutti, in particolare però a chi ama i pittori impressionisti che hanno trovato nella Provenza una costante fonte di ispirazione.

domenica 1 marzo 2015

Entra nella mia vita

Da qundo mi sono trasferita in questo piccolo paese senza biblioteca le cose sono cambiate, ora conosco più persone e le dinamiche che le legano.
 La maggior parte di loro sono persone anziane che superano i 60 anni, gli altri ne hanno più o meno 40 e dei bambini a cui badare, quindi non è stato facile per me integrarmi, in particolare nei periodi invernali è difficile riuscire ad interagire tra noi.
Io però mi sono adattata bene e ad una mia vicina con cui spesso prendo il caffè nel pomeriggio  ho raccontato della mia passione per la lettura, anche lei mi ha detto di voler leggere di più, ma che i libri che aveva in casa erano troppo difficili; così l'ho iscritta alla biblioteca del paese dei miei genitori ed ora quando vado prendo un libro anche per lei.
Premesso questo, a Natale i suoi parenti le hanno regalato un libro che ha letto e voluto passare a me.
Si tratta di un romanzo di clara Sanchez, che sicuramente non è tra le mie scrittrici preferite, forse ricorderete la stroncatura che avevo fatto di "La voce invisibile del vento" che avevo trovato di una noia mortale, avevo preferito "Il profumo delle foglie di limone" di cui invece, avevo letto recensioni a mio avviso fuori luogo.
E' vero che un libro ha caratteristiche soggettive per cui può piacere o meno, ma ci sono anche caratteristiche oggettive che vanno tenute in considerazione.
Qualcuno lamentava uno scarso impegno nel narrare le vicende storiche a cui è stato ispirato, ma non trattandosi di un libro di storia e neppure di un romanzo storico, trattandosi della vicenda di una giovane ai giorni nostri credo che sia stato ben strutturato.
Ricordo qualche anno fa a seguito di una mia recensione a "Le sorprese del venerdì sera" un'anonimo mi scrisse che non le era piaciuto perchè a Roma le strade sono piene di buche e la protagonista non avrebbe potuto muoversi così disinvolta con un motorino nel traffico cittadino; poco credibile disse.
Mi veniva da chiederle:" ma ci sei o ci fai?" è un romanzo di fantasia non una recensione di "Turisti per caso" su come muoversi nella capitale.
E' come se in "Angeli e demoni", quando Robert Langdon dice ad un carabinere :" forza, faccia vedere come si comporta un vero carabinere italiano" questo prendesse ed al posto di aiutarlo a salvare il mondo se ne andasse a bere il caffè per essere realista.
Ho divagato un po', sarà meglio tornare a noi ed a questo libro.


Madrid. Il sole estivo illumina la casa piena di fiori. È pomeriggio e la piccola Veronica approfitta di un breve momento di solitudine per sfogare la curiosità di bambina spiando tra le cose dei genitori. Apre una cartella piena di documenti, intorno a lei il silenzio, e spunta una foto. Veronica la estrae con la punta delle dita, come se bruciasse. Non l'ha mai vista prima. Ritrae una bambina poco più grande di lei, con un caschetto biondo, una salopette di jeans e un pallone tra le mani. Veronica è confusa, ma il suo intuito le suggerisce che è meglio non fare domande, non adesso che la mamma è sempre triste. Anno dopo anno, Veronica si convince sempre più che le discussioni e i malumori in casa sua nascondano qualcosa di cui nessuno vuole parlare. E che l'enigma di quella foto, di quella bambina sconosciuta, c'entri in qualche modo. Ma quando Veronica diventa una donna, decisa e tenace, non può più fare finta di niente. La malattia della madre la costringe a fare i conti con un passato di cui non sa nulla, un passato rubato che la avvicina sempre di più alla bambina misteriosa della fotografia. Ritrovarla è l'unica strada per raggiungere la verità. Una verità che, forse, ha un prezzo troppo alto. E quando Veronica trova la bambina, ormai una donna anche lei, capisce che la strada è tutt'altro che percorsa, che il mistero è tutt'altro che svelato. Ma soprattutto capisce che c'è qualcuno disposto a tutto pur di ostacolarla nella sua ricerca. Non le rimane che sé stessa, il suo intuito e il suo coraggio...

A me è piaciuto,  non è il mio libro preferito, l'autrice mi sembra sempre sopravvalutata dalla critica, ma comunque gode di una buona trama e lo stile malinconico è  il segno distintivo della scrittura della Sànchez.